Nessun indagato al momento e si valutano anche reati ambientali. La Procura di Ancona, che ha aperto un fascicolo per l'incendio al porto di Ancona, attende di acquisire gli esiti dei rilievi dell'Arpam. Per ora si parla di una nube nociva, ma non con effetti diretti sulla salute della popolazione. Insomma, ciò che è finito nell'aria, con la combustione della gommapiuma stoccata alla ex Tubimar, è meglio non respirarlo, ma non ci sarebbe un livello di tossicità pericolosa per l'uomo. "Non siamo Seveso", trapela dagli uffici degli inquirenti. Il pm Irene Bilotta attende le relazioni dei vigili del fuoco, di cui intervenute più squadre nella fase di spegnimento e devono consegnare ancora i verbali. Solo dopo si potrà stabilire la causa delle fiamme divampate nella notte tra il 15 e il 16 settembre, anche se da una primissima valutazione si ipotizza un corto circuito proveniente dal tetto dove si trovava l'impianto fotovoltaico. La prima chiamata al 113 è stata fatta da un passante che ha visto le fiamme. Oltre alla Squadra Mobile, indagano i carabinieri del Noe.
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