I laboratori di virologia della
Regione Marche non riescono ad esaminare oltre "2.200 tamponi al
giorno". Lo ha riferito l'assessore regionale alla Sanità
Filippo Saltamartini che ha fatto il punto sugli strumenti di
diagnosi del coronavirus. In precedenza la Regione aveva
ordinato 9mila tamponi, ha ricordato, "abbiamo attivato le
procedure per averne altri 12mila entro ottobre". Tre i tipi di
tamponi esistenti attualmente, ha spiegato: ci sono i molecolari
(risultato in 6-8 ore), molecolari rapidi e anti-genici rapidi
(risultato in 15 minuti ma con necessità in caso di positività
di un molecolare). Su questi ultimi, che "vengono eseguiti
sempre con stick naso-gola", punta la Regione che vorrebbe farli
eseguire anche dai medici di famiglia e in farmacia così come
potrebbe avvenire con i salivari se validati.
Per rafforzare l'esecuzione di tamponi, ha aggiunto
Saltamartini, le Marche hanno chiesto al commissario Arcuri di
"fornire, al giorno, 5mila tamponi molecolari, 1.500 molecolari
rapidi e 5.500 antigenici rapidi con rispettivi reagenti". Altro
fronte sono i test salivari, ancora non riconosciuti, che,
secondo la giunta regionale delle Marche, potrebbero facilitare
il tampone ai bimbi e alle persone disabili, e anche le
procedure per il ritorno in classe in casi di sospetta
positività: il presidente della Regione Francesco Acquaroli, ha
riferito Saltamartini, ha scritto ieri al Ministero della Sanità
per chiederne la validazione. L'accelerazione sui tamponi,
secondo Saltamartini, passa per l'esecuzione anche da parte di
medici di famiglia e farmacie: l'assessore ha convocato una
riunione con i rappresentanti dei medici di famiglia e dei
farmacisti perché si valuti di far eseguire i tamponi rapidi
anche in farmacia e medici".
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