"Noi siamo in guerra: è evidente
che i risultati non raggiunti derivano dal passato ma il segnale
che vogliamo dare ai cittadini è che faremo tutto il
necessario". Così l'assessore regionale alla Sanità delle Marche
Filippo Saltamartini rispondendo a una domanda dei cronisti a
proposito della carenza di personale medico. "I dirigenti - ha
aggiunto - dovranno rispondere del loro operato, anche ai
cittadini, sull'attuazione del piano pandemico".
Il piano "comprende le misure già deliberate dalla precedente
amministrazione" e non è stato per ora modificato dalla giunta.
I "dirigenti della quattro aziende ospedaliere possono procedere
secondo il piano pandemico". Ci sono "quattro aziende
ospedaliere che non si parlano tra loro: - ha attaccato -
quattro repubbliche autonome che invece debbono coordinarsi.
Della possibilità di modificare queste strutture, ne parleremo
appena possibile".
L'assessore ha parlato, nell'ottica di evitare al massimo
l'ospedalizzazione dei pazienti, di potenziare le Usca, le unità
mobili con medico che si recano a domicilio per tamponi e
visite, e dell'acquisto di apparecchiature per fare le
radiografie polmonari a domicilio: l'intento è "raddoppiare o
triplicare" le unità e acquistare apparecchiature per per
eseguire radiografie a casa. Quanto al personale carente, oltre
alla richiesta di medici militari della Marina per utilizzarli
nel Covid Hospital di Civitanova Marche, l'assessore ha chiesto
al Servizio sanità di contattare le cooperative di medici in
pensione, per impiegare in particolare anestesisti e pneumologi.
La Regione vorrebbe utilizzare anche specializzandi e neo
laureati, eventualmente da formare.
Saltamartini si è soffermato anche sul "pagamento
dell'indennità di rischio al personale" che è stata "affossata":
ha citato l'accordo con infermieri, medici e oss, le risorse
stanziati: "non capiamo perché risorse non sono state
liquidate", ha osservato, sottolineando peraltro l'esiguità del
contributo di 600 euro: "per chi si è battuto sul campo serve un
riconoscimento immediato.
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