Con 50 chilogrammi di plastica
raccolta all'ora si può produrre il fabbisogno elettrico di una
cinquantina di abitazioni. E' in grado di farlo Green Plasma un
dispositivo che oggi ha avviato la sua sperimentazione al porto
di Ancona. Progettato e prodotto da Iris (sistema di gestione
integrata dei dati della ricerca adottato dall'Università degli
Studi di Torino, si basa sull'utilizzo della tecnologia di
conversione termochimica che, grazie alle alte temperature
raggiunte (anche 5mila gradi): consente di trasformare in gas
qualsiasi composto organico, separandolo dalla matrice
inorganica.
Il processo di trattamento è molto efficiente e produce un
syngas molto ricco di idrogeno facilmente convertibile in
energia elettrica. Per la sperimentazione sarà a bordo di un
mezzo del Cnr e verrà impegnata anche la Garbage Group.
L'impianto può trattare 100 kg al giorno di plastica raccolta in
mare, è molto compatto, può essere montato a bordo di piccole
imbarcazioni ed essere utilizzato per la pulizia delle aree
portuali. Una operazione possibile anche grazie alla
collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Vita e
dell'Ambiente (DiSVA) dell'Università Politecnica delle Marche.
"Stiamo pensando di sperimentare questo dispositivo - ha
detto il rettore Gian Luca Gregori - nel nostro campus
universitario a Monte Dago". Il Green Plasma consentirà di
produrre energia elettrica dalle plastiche raccolte in mare. A
presentare l'iniziativa alla banchina 1 del porto dorico,
c'erano il comandante del scaloo di Ancona, contrammiraglio
Enrico Moretti, il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale
del Mare Adriatico Centrale, Rodolfo Giampieri, il rettore
Gregori, il direttore DiSVA-UNIVPM Francesco Regoli, il
direttore dell'Istituto IRBIM-CNR, Gian Marco Luna,
l'amministratore delegato di Iris, Manuel Lai e l'
amministratore delegato di Garbage Group, Paolo Baldoni. "E' una
tecnologia che non lascia residuo - ha spiegato Manuel Lai - una
volta immessa la plastica. Può produrre idrogeno, monossido e
metano".
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