"Sono stucchevoli e di basso
livello le polemiche del partito democratico marchigiano sul
coronavirus". Lo afferma in una nota Carlo Ciccioli, capogruppo
Fdi in Consiglio Regionale. "Nonostante la delicatezza della
situazione che stiamo vivendo, - scrive - gli esponenti locali
del Pd continuano a fare politica sulla pandemia, senza rendersi
conto che il motivo per cui siamo considerati ad 'alto rischio'
non è il numero dei contagi ma la tenuta del sistema sanitario
regionale, che è il prodotto di 25 anni della loro gestione
fallimentare e dei continui tagli".
"L'ultimo è l'ex presidente del Consiglio regionale
Mastrovincenzo che parla di una 'retromarcia' della giunta
Acquaroli circa la possibilità di far tornare gli studenti delle
superiori a lezione in presenza. - afferma ancora Ciccioli -
Prima di tutto basterebbe che l'ex presidente del consiglio
regionale leggesse l'ordinanza per rendersi conto che per primo
Acquaroli si era riservato di rivalutare tale decisione sulla
base dell'andamento epidemiologico regionale. Proprio perché -
aggiunge - quando si tratta di scuole la decisione è sempre
difficile e va ponderata".
"Quella di posticipare di qualche settimana in ritorno in
classe, infatti, - prosegue il capogruppo do Fdi - era dovuta al
fatto che i primi giorni dell'anno i contagi erano in aumento e
così anche il numero dei soggetti sintomatici, e dunque è stata
una scelta prudenziale e temporanea per rallentare la rimessa in
movimento di tantissimi ragazzi. Già dalla seconda settimana
dell'anno però, e fortunatamente, - osserva Ciccioli -
assistiamo ad un calo sia dei positivi testati che del numero
dei sintomatici, con un Rt che è stabilmente sotto a 1 da un
mese e mezzo: numeri che permettono di valutare il ritorno in
classe degli studenti". "Forse Mastrovincenzo, troppo impegnato
a fare politica sulla pandemia marchigiana, - replica ancora -
non si è accorto che il suo Governo per primo aveva annunciato
l'apertura delle scuole il 9 dicembre, poi il 7 gennaio, poi
l'11 gennaio e così via. Ma il Pd nostrano non perde occasione
per fare ammenda - conclude - e rendersi conto che ad essere
bocciata è proprio quella rete sanitaria regionale che loro
hanno creato e che oggi fa fatica a sostenere l'impatto della
pandemia".
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