"Ciò che sta accadendo nelle
Marche sulla pelle di studenti e docenti è davvero
inaccettabile. A sole 48 ore dal ritorno a scuola degli studenti
delle secondarie, in dad al 50%, non solo manca ancora un piano
'scuole sicure' come in altre regioni, ma la giunta di Acquaroli
e Saltamartini nega i tamponi per gli istituti pesaresi e li
regala a quelli di Ascoli. Quale sarà la logica? Non credo
nemmeno il pil, come propone la Moratti per i vaccini in
Lombardia". Così in una nota la consigliera regionale Pd Micaela
Vietri.
"Lo scandalo deriva dal no al Comune di Pesaro, - attacca -
che si era persino offerto di pagare il personale sanitario per
effettuare i tamponi a docenti, Ata e studenti delle secondarie,
per incomprensibili ragioni burocratiche. Al tempo stesso però
la Regione ha accettato di donarli ad un'associazione privata,
il Soroptimist club, per i test in due licei di Ascoli". "Come
consiglieri - annuncia Vitri - abbiamo presentato interrogazioni
in consiglio regionale e lanciato appelli per mettere in
sicurezza il comparto su due fronti: trasporti e test gratuiti
negli istituti scolastici". "Risolto il primo, come ci è stato
garantito, - aggiunge - ci sembrava logico organizzarsi per
rientrare in aula con la certezza di un tampone negativo.
Sappiamo che la Regione ha acquistato 820 mila tamponi per gli
screening di massa, ma vista la bassa affluenza almeno 500 mila
di questi giacciono in deposito. Perché non usarli per il
comparto scuola? - prosegue Vitri - Gli studenti marchigiani
sono 77 mila, quindi basterebbero per almeno tre tornate di
test, prof inclusi, mettendo così in sicurezza tutto il comparto
scuola per un mese".
"Al danno si è aggiunta anche la beffa con l'appello lanciato
agli studenti invitandoli a fare il tampone nei punti allestiti
per gli screening di massa. - osserva la consigliera Pd -
Peccato che a Pesaro e Fano siano terminati da tempo e per farlo
un minorenne dovrebbe farsi accompagnare a Pergola, Cagli,
Fermignano, Urbania, Fossombrone o, solo il 26 e 27, a
Mercatello sul Metauro". "Con tutta la buona volontà di studenti
e genitori, - conclude - invitarli a fare quasi un'ora di auto
non era il consiglio migliore. C'è quasi da sperare che non
tutti accolgano l'invito, altrimenti i residenti nelle sei
cittadine rischierebbero file chilometriche. Per fortuna il
Comune di Pesaro ha annunciato di provvedere in proprio
all'operazione".
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