"Macelleria sociale".
Così il sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli definisce il
Piano strategico di Elica, che prevede 409 esuberi su 560
dipendenti del comprensorio, chiusura dello stabilimento a
Cerreto D'Esi e delocalizzazione del 70% delle produzioni
effettuate oggi nei siti di Fabriano, Cerreto e Mergo. "Questo
significa smantellare e non riorganizzare" insiste Santarelli.
"Ho assistito diverse volte alle cene organizzate a fine anno
dal presidente Francesco Casoli dove venivano esaltate le
maestranze parlando di famiglia. Ha sempre parlato così ai suoi
dipendenti, ma si sa, le parole, soprattutto vuote, le porta via
il vento. Una beffa doppia se si considerano i sacrifici che gli
operai sono stati disposti a sopportare negli ultimi anni pur di
avere il lavoro garantito, andando incontro alle esigenze
dell'azienda" prosegue il sindaco.
"Abbiamo appreso con sconcerto la comunicazione del nuovo
assetto organizzativo di Elica - il commento del primo cittadino
di Cerreto D'Esi, David Grillini -. Come Amministrazione
comunale, esprimiamo immediatamente netta contrarietà a questo
piano aziendale. Vogliamo ricordare che lo stabilimento di
Cerreto D'Esi occupa, attualmente, circa 100 persone, a cui
esprimiamo totale solidarietà. Ci uniremo alla battaglia
sindacale che scaturirà da questa decisione, che riteniamo
totalmente dannosa per Cerreto e per tutta l'area montana".
"Consideriamo assolutamente inaccettabile che si continui a
depauperare il tessuto produttivo cerretese, già duramente
provato dalla crisi industriale dello scorso decennio -
sottolinea Grillini -. La nostra comunità sta pagando le
conseguenze, fortemente accentuate dalla pandemia. Questa
chiusura potrebbe essere un colpo fatale. Chiediamo
l'istituzione con la massima urgenza di un tavolo anti crisi
presso la Regione Marche, con il dell'azienda e dei sindacati".
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