Lettera minatoria ai componenti
del Cda della fondazione Città di Senigallia, ente privato con
finalità pubblica che gestisce tra l'altro una struttura di
servizi sociosanitari per anziani. Nella missiva anonima si cita
la tragica fine dell'avvocato Giorgio Ambrosoli: è stata
ricevuta il 31 agosto dai membri del consiglio di
amministrazione, che peraltro il 30 agosto avevano rassegnato le
dimissioni. Nel testo si parla di "verità che è meglio tenere
nascoste", di "persone potenti di Senigallia" coinvolte.
Soprattutto si ipotizza che al presidente dimissionario Corrado
Canafoglia, legale del comitato alluvionati nel processo
sull'alluvione di Senigallia del 2014, e di un gruppo di
risparmiatori in quello sul crac di Banca Marche, possa capitare
la stessa fine dell'avvocato Ambrosoli, commissario liquidatore
della Banca Privata Italiana, assassinato nel 1979 da un
sicario. "Pur non cagionando in noi timori le minacce ivi
contenute - si legge in una nota stampa a firma dei cinque
componenti dimissionari del Cda, che hanno già denunciato il
fatto alla polizia -, tuttavia non fa piacere averla ricevuta e
leggere accostamenti alla figura tragica dell'avv. Ambrosoli o
riferimenti più o meno espliciti alla nostra integrità fisica.
Soprattutto tale lettera genera in noi profonda amarezza
trattandosi dell'atto di un vile che si nasconde dietro
l'anonimato".
Il sindaco Massimo Olivetti e il presidente del consiglio
comunale Massimo Bello hanno espresso "la nostra piena
solidarietà, e di tutta l'amministrazione, a tutto il Cda e la
nostra profonda stima a ciascuno dei suoi componenti per le vili
minacce ricevute in queste ore".
Dopo le minacce di un utente no vax rivolte via social al
capogruppo del Pd in Consiglio regionale ed ex sindaco di
Senigallia Maurizio Mangialardi, poi rientrate con le scuse del
responsabile, questo è il secondo episodio che sta destando
preoccupazione in città.
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