"Troppi anni di silenzio, troppi anni di misteri e di segreti mai totalmente rimossi. E' tempo che anche i grandi media riaccendano i riflettori sulla scomparsa di Italo Toni e Graziella De Palo avvenuta ben 41 anni fa a Beirut, che raccolgano il dolore e le urla nel silenzio della famiglia che cerca giustizia e non vendetta". E' l'appello lanciato dall' Ordine delle Marche, dal Sigim, il sindacato dei giornalisti marchigiani, e dalla Fnsi a Sassoferrato, città di origine di Toni, in occasione della commemorazione dei due giornalisti, 51 anni lui, 24 lei, morti per ricercare la verità.
"Quella verità ora negata - si legge in una nota - di fronte a residui di segreto di Stato che non permettono ancora di svelare i responsabili ma soprattutto il movente della loro uccisione, avvolto in uno dei numerosi misteri d'Italia. Italo Toni e Graziella De Palo fanno parte di una lunga e triste schiera di giornalisti uccisi per il loro impegno civile e professionale. Lo stesso presidente della Camera Roberto Fico, che ha inviato una lettera al sindaco di Sassoferrato Maurizio Greci e alla famiglia di Italo Toni, in occasione della commemorazione dei due giornalisti, presenti anche il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti e Aldo Toni, il fratello di Italo con i familiari,- ha parlato di circostanze mai chiarite, di troppe domande insolute". "Crediamo - hanno detto il segretario del Sigim Piergiorgio Severini e il presidente dell'Ordine delle Marche Franco Elisei - che non sia un dovere solo della magistratura indagare sul duplice omicidio, ma anche delle maggiori testate nazionali riportare l'attenzione di tutti, opinione pubblica e autorità, sul caso avvolto ancora nel mistero favorito anche da un segreto di stato presente su alcuni documenti, che appare come uno schiaffo alla ricerca della verità. Quella ricerca della verità che prima si pretende dall'informazione e poi si infrange in un muro di gomma e di sangue".
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