Sono 28 le aziende marchigiane
del settore pelli e calzature che da oggi partecipano all'Obuv
Mir Kohzi di Mosca, Fiera Internazionale delle Calzature &
Cuoio. Una circostanza che ha diviso l'opinione pubblica tra chi
sostiene la scelta degli imprenditori per le loro aziende, già
provate da crisi economica e pandemica prima ancora della guerra
in Ucraina, di esporre i loro prodotti nel Paese artefice
dell'invasione, e chi invece la ritiene non opportuna. Gli
imprenditori sono arrivati nella capitale russa con un volo
dalla Serbia e hanno dovuto attendere circa 3 ore nello scalo di
Mosca a causa di controlli approfonditi e dettagliati su
documenti e anche su smartphone.
"Abbiamo una delibera lo scorso anno con tutte le fiere che
rientravano nel contributo Regione-Camera di Commercio Marche -
spiega a margine del Consiglio regionale il vice presidente
della Regione Marche e assessore all'Industria e Sviluppo
Economico, Mirco Carloni -, tra cui l'Obuv di Mosca e la Fiera
della Moda a Kiev. Queste due fiere non sono state rimosse:
ovviamente quella di Kiev è stata annullata mentre quella di
Mosca confermata. Gli imprenditori marchigiani che hanno diritto
al contributo, - aggiunge - né avevano diritto prima e né hanno
oggi. Se ci fosse qualche violazione? Noi rispettiamo la legge e
ci sottomettiamo agli accordi e vincoli di legge, tuttavia non
possiamo sottovalutare il momento storico. - commenta Carloni -
Condanniamo fermamente la guerra, come Regione, come giunta
abbiamo aiutato i profughi dall'Ucraina in tutti i modi ma non
ci giriamo dall'altra parte lasciando soli i nostri imprenditori
che avevano come primo mercato la Russia e l'Ucraina senza
dargli una mano in questo momento difficilissimo".
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