Fu la scritta "Coppi maglia gialla" su un vagone a dare il via, 70 anni fa, alla "Lotta dei Sepolti vivi" a Cabernardi di Sassoferrato (Ancona), miniera di zolfo allora più grande d'Europa. Era un mercoledì sera, il 28 maggio 1952, quando iniziò lo sciopero di 337 minatori per impedire la chiusura del polo estrattivo e il licenziamento di 860 operai. Mentre 176 lavoratori rimasero al 13/o livello, 500 metri sottoterra, gli altri 161 vigilavano sulla superficie. La lotta durò 40 giorni e il 5 luglio, i minatori misero fine allo sciopero avendo ottenuto la promessa da parte della Montecatini, la ditta proprietaria, di altri sondaggi, il pensionamento anticipato per alcuni lavoratori e per altri il trasferimento. Ciò non impedì la chiusura della miniera più grande d'Europa.
Il Comune di Sassoferrato, in collaborazione con il Parco della Miniera di Zolfo di Marche e Romagna commemora sabato 28 maggio il 70/o anniversario dell'occupazione della miniera di zolfo di Cabernardi che fu battezzata dalla stampa, da Ingrao e anche da Gianni Rodari la "lotta dei Sepolti vivi". Al convegno interverranno Pierpaolo Bombardieri (Segretario Generale Uil), Iperide Ippoliti (Segreteria Nazionale Uil), Marco Labbate (Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo") e la Sen. Rossella Accoto (Sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali). Prevista la presenza del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e di Stefano Aguzzi, assessore regionale che tra le sue deleghe a quella ai parchi, alle riserve naturali e alla valorizzazione dei beni ambientali.
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