Quella di Fabio Ridolfi, il 46enne
immobilizzato a letto da 18 anni per una tetraparesi che ha
deciso di sottoporsi alla sedazione profonda, non avendo
ricevuto indicazioni dal servizio sanitario sul farmaco da usare
per il suicidio medicalmente assistito, "oggettivamente è una
situazione di una tale durezza, di una tale crudeltà per la
quale lo Stato, il nostro Stato deve assolutamente decidere in
che direzione vuole andare". A dirlo è il consigliere regionale
della Lega Giorgio Cancellieri, medico ed ex sindaco di
Fermignano (Pesaro Urbino), che in questa duplice veste ha
seguito il caso per anni: "la sua decisione - spiega a margine
dei lavori dell'Assemblea legislativa marchigiana ad Ancona -
viene da lontano, già negli anni tra il 2005 e il 2007 ha
cominciato a manifestare in maniera decisa l'idea di non voler
continuare una vita di questo tipo. Ho partecipato a tanti
incontri per vedere cosa avremmo potuto fare per questo ragazzo,
che in maniera estremamente lucida, come oggi, manifestava
l'idea di non voler continuare a vivere questa vita così
pesante". Cancellieri ha fatto parte anche delle commissioni che
negli anni passati hanno verificato la lucidità di Fabio,
firmando " decine di certificati che attestano la sua capacità
di intendere e di volere". A sostenere Fabio la sua fede
romanista (nella sua camera ci sono bandiere giallorosse della
Roma e foto di calciatori storici): c'è anche in video in
preparazione per lui. Da politico, Cancellieri pensa che sia
ora, "e che lo sia da molto tempo che il Parlamento decida con
coraggio di fare una legge chiara, che preveda la possibilità
che persone che dimostrano la propria lucidità mentale di
decidere per la propria vita. Sono medico da 35 anni, è
giustificabile dal punto di vista umano, sociale e sanitario che
chi è ridotto in quelle condizioni possa decidere del proprio
futuro, del proprio percorso e quindi anche della propria vita".
La sedazione profonda è "una scorciatoria", ma anche "l'ennesimo
escamotage all'italiana". La famiglia di Fabio è d'accordo con
la sua scelta - conclude Cancellieri -. C'è una grande
consapevolezza. E' la politica che è in ritardo".
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