"Ho chiesto al presidente della
Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga di farsi promotore
col Governo della nostra richiesta di proroga delle Usca fino al
31 dicembre, o in alternativa l'adeguamento del trattamento
economico delle nuove Uca a quello attuale delle Usca". A dirlo
è l'assessore regionale alla Sanità delle Marche Filippo
Saltamartini in replica alle polemiche sui mediaper la fine
dell'attività delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale
che curavano a domicilio i malati di covid proprio in un momento
di riacutizzazione dei contagi. "La Regione Marche ne ha da
tempo chiesto la proroga, ma non è stata ascoltata - prosegue -
è quindi paradossale che esponenti di partiti che appoggiano la
scelta del Governo nazionale ora lamentino la situazione che si
viene a creare in tutte le Regioni, non solo nella nostra".
La polemica riguarda la scadenza dei contratti Usca il 30
giugno. Il Dipartimento Salute, su richiesta dell'assessore, ha
diramato una nota che prevede la possibilità di utilizzare
l'esperienza del personale operante nelle Usca nella cura del
covid e per alleggerire la pressione sui Pronto Soccorso delle
Marche, fino al 31 dicembre 2022. I medici opererebbero nella
gestione domiciliare dei pazienti covid, ma anche nella cura dei
codici bianchi nei Pronto Soccorso, per un compenso però
inferiore, e pari a quello della continuità assistenziale (23,40
euro all'ora contro i 40 precedenti). "E' per questo -
sottolinea l'assessore - che ho chiesto a Fedriga di rendere il
compenso delle Uca pari a quello delle vecchie Usca, altrimenti
non stupisce il fatto che pochissimi medici ex-Usca abbiano
manifestato l'intenzione ad aderire: al momento una decina sui
150 in servizio fino al 30 giugno". "L'Asur si è attivata
contattando tutti i medici con telefonate e mail - conclude
Saltamartini - ma solo prorogando le Usca o adeguando il
compenso il Governo ci può aiutare a mantenere un servizio che
si è dimostrato efficace ed efficiente, soprattutto in un
momento in cui il numero dei positivi cresce,ma molti pazienti
possono essere trattati a casa, anche con l'utilizzo di
medicinali come il Molnupiravir e il Paxlovid, prodotto nello
stabilimento ascolano della Pfizer"
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