Se le opere di messa in sicurezza
dei fiumi sono bloccate dalla burocrazia, bisogna creare una
cabina di regia "un tavolo permanente" con Ordine dei Geologi,
Autorità di bacino, Comuni, , Protezione civile, Unioni montane
e Regione per pianificare i lavori e sciogliere i "nodi". Ad
affermarlo è Piero Farabollini, presidente dell'Ordine dei
Geologi delle Marche, già commissario alla ricostruzione post
sisma del Centro Italia. "Non possiamo evitare fenomeni estremi
come gli oltre 400 millimetri di pioggia caduti in poche ore -
osserva -, quello che però è in nostro potere evitare è che i
fiumi e i torrenti straripino in prossimità dei centri abitati".
"Gli interventi necessari per mettere in sicurezza il territorio
li conosciamo molto bene - prosegue -, come Geologi delle Marche
ribadiamo da anni la loro urgenza (anche dopo gli eventi del
2014 quando sempre a Senigallia il Misa uscì dagli argini
provocando la morte di tre persone), non sempre ascoltati, il
nostro auspicio è che questa sia la volta buona". Secondo
Farabollini, è giunto il momento di "metterci tutti intorno a un
tavolo e pianificare, stabilire una lista di priorità,
sciogliere quei nodi che si sono creati a causa di una
burocrazia asfissiante che hanno, ad esempio, bloccato le opere
di messa in sicurezza di Senigallia.
Chiediamo - sottolinea - l'istituzione di un tavolo
permanente che riunisca Ordine dei Geologi, Autorità di bacino,
Comuni interessati, Protezione civile, unioni montane e
naturalmente la Regione Marche. Non perdiamoci in formalità,
l'obiettivo dovrebbe essere quello di facilitare, limare
eventuali differenze di vedute e rimanere costantemente
aggiornati e allineati sullo svolgimento dei rispettivi compiti.
Le leggi ci sono - insiste -, i finanziamenti in molti casi sono
già stati stanziati ma è necessario accendere un faro affinché
questi progetti passino dalla carta alla realtà. Se vogliamo
proteggere i cittadini delle Marche non possiamo indugiare
oltre".
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