Nelle Marche sono numerosi e significativi i danni alle chiese dopo le forti scosse del 9 novembre, registrate davanti alla costa centro-settentrionale della regione con lo sciame sismico continuato anche nell'ultima giornata (scossa 2.6 alle 00.51, 2.5 alle 2.25 e 2.3 alle 9.42 tutte tra gli 8 e i 10 km di profondità davanti alla costa pesarese). A rimarcare le conseguenze del sisma sulle strutture religiose è la Presidenza della Conferenza episcopale marchigiana (Cem) che ha fatto una prima raccolta della stima dei danni prodotti dal sisma nelle diocesi di Pesaro, Fano, Ancona, Senigallia, Fabriano. Ciò in riferimento a Chiese e altri edifici per l'attività Pastorale.
I dati sono stati comunicati nel dettaglio alla Cei che sta monitorando la situazione. In sintesi, per la diocesi di Fabriano risultano danni alla Cattedrale che è stata chiusa e ad altre tre chiese. Per Fano: quattro chiese risultano danneggiate seriamente e sono state chiuse. In altre cinque chiese e nell'Episcopio ci sono danni significativi. Per la diocesi di Pesaro ci sono danni significativi nella Cattedrale e nell'Episcopio. Altre quattro chiese danneggiate sono chiuse; ulteriori sei presentano danni diffusi pur essendo ancora aperte.Per Senigallia sette chiese presentano danni, tra cui la Cattedrale, e sono state chiuse, mentre si sta meglio verificando l'entità dei problemi riscontrati. Per la diocesi di Ancona 11 chiese sono state chiuse dopo un primo sopralluogo mentre sono in corso verifiche più dettagliate". Come appare evidente, sottolinea la Cem, "i danni prodotti dal sisma a tutti questi edifici storici di particolare pregio e di conseguente fragilità sono significativi. Un quadro più chiaro potrà delinearsi una volta completata la compilazione delle schede tecniche di segnalazione inviate dal Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per le Marche (Uccr). La Presidenza Cem invita a "mantenere alta l'attenzione sugli effetti sicuramente negativi e forse più pesanti di quanto apparso in un primo tempo".
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