Ergastolo per Enea Simonetti, 22
anni, per l'omicidio della nonna Rosina Carsetti, uccisa in casa
la sera della vigilia di Natale 2020 a Montecassiano (Macerata),
due anni di carcere per simulazione di reato per il marito
80enne Enrico Orazi (pena sospesa) e per la figlia Arianna,
madre di Enea, 50 anni, in carcere dal febbraio 2021 e ora
uscita dall'istituto di pena di Forlì. Disposto dai giudici
anche il dissequestro della villetta di Montecassiano, teatro
dell'omicidio. Il pm Vincenzo Carusi aveva chiesto l'ergastolo
per tutti i tre imputati, ritenendoli responsabili dell'omicidio
di Rosina, 78 anni, che pochi giorni prima di essere uccisa si
era rivolta ad un centro antiviolenza per i maltrattamenti
subiti in famiglia, con isolamento diurno, contestando loro a
vario titolo i reati di omicidio (che ha assorbito i
maltrattamenti), simulazione di reato, violenza privata
riqualificata in rapina e induzione a non rendere dichiarazioni.
La Corte, presieduta da Andrea Belli - affiancato dal giudice
Daniela Bellesi -, si è riunita in camera di consiglio per quasi
quattro ore. Enea Simonetti è stato giudicato colpevole di
omicidio aggravato dal fatto di aver agito contro un'ascendente
(la nonna), per futili motivi e di avere approfittato della
minorata difesa. Escluse invece altre aggravanti. Secondo i
giudici il 22nenne non avrebbe premeditato l'omicidio, ma
avrebbe agito in uno scatto d'ira. aggredendo l'anziana, sui cui
cadavere erano state riscontrate diverse fratture. Inizialmente
i tre si erano rivolti ai carabinieri, parlando di una rapina
finita male. Una ricostruzione in contrasto con gli elementi
raccolti con gli investigatori, tanto che alla fine Enea aveva
tentato di incolpare la madre e il nonno. Per quelle
dichiarazioni è stata disposta la trasmissione degli atti alla
Procura. La difesa di Enea, rappresentata dall'avv. Valentina
Romagnoli, ha annunciato il ricorso in Appello. Che potrebbe
essere valutato anche dalla Procura di Macerata, la cui
ricostruzione dei fatti non è stata accolta dai giudici. La
legale di Enrico Orazi, avv. Barbara Vecchioli, ha parlato di
"una tragedia familiare".
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