"Nessuna scelta di bilancio",
"tempi compressi", "presenti solo risorse obbligatorio o
vincolate" mentre quelle che "dovevano essere destinate a
priorità come famiglie e attività messe in crisi dalle varie
emergenze, tra le quali energetica, rincari e alluvione", vanno
a "mancette" da "80mila euro gestite da ciascuno consigliere" di
maggioranza per il "territorio". Il Gruppo Pd in Consiglio
regionale delle Marche, guidato da Maurizio Mangialardi, boccia
il bilancio di previsione 2023-2025 e i Def (Documento di
economia e finanza), proporrà in aula vari emendamenti durante
la discussione ma non farà ostruzionismo.
La seduta odierna è iniziata con oltre due ore di ritardo.
Prima dell'Assemblea si è tenuta una riunione di Commissione e
il Gruppo dem ha tenuto una conferenza stampa a margine per
esternare le proprie perplessità. Mangialardi ha parlato di un
"ingorgo istituzionale che è la sintesi del bilancio e delle
modalità messe in campo", di "compressione di tempi inadeguata
per un bilancio che ritenevamo molto importante". "E' il terzo
che si accinge ad approvare la giunta Acquaroli e
strategicamente il più importante, il prossimo sarà di campagna
elettorale e non avrà alcun 'segno' così come non li troviamo
ora". Alla conferenza stampa, presenti anche Anna Casini,
Fabrizio Cesetti (relatore di minoranza), Antonio
Mastrovincenzo, Manuela Bora e Micaela Vitri.
I dem imputano alla maggioranza una mancanza di "visione e
prospettiva" e una "serie di atti che tendono a marginalizzare
la regione ancora una volta: non ci sono state variazioni
adeguate, né segnali di rilancio". Invece di destinare risorse a
famiglie e imprese, hanno attaccato, "vengono messi in atto
provvedimenti imbarazzanti. Assegnati 80mila euro ai consiglieri
da redistribuire, senza criterio, sul territorio, attraverso un
approccio imbarazzante mediante emendamenti".
"Ci sono solo spese obbligatorie e vincolate - ha affermato
Cesetti -, questo governo regionale non ha ancora presentato un
bilancio, nessuna scelta, è un copia/incolla rispetto all'anno
scorso". Tra le contestazioni mosse da Cesetti sul Bilancio
("circa 5 miliardi di euro di cui il 75% spese riguardanti la
sanità", hanno ricordato i dem), quella di "accantonamenti
esagerati per crediti dubbia esigibilità: da 160 a 240 mln" e di
esiguità di fondi anti-dissesto idrogeologico: "21 milioni di
euro su tre anni per i fiumi. Io, da presidente della Provincia
di Fermo, nel 2011 destinai 13,6 milioni in un anno dopo
l'alluvione a Casette d'Ete".
"Sono state tolte risorse per coprire la 'Tabella E': un
mercato indecoroso di 'marchette elettorali'", ha attaccato
ancora Cesetti utilizzando lo stesso termine che gli era stato
'attribuito' dalle opposizioni per la sua 'Tabella C' nella
precedente legislatura quand'era assessore al Bilancio nella
giunta Ceriscioli.
Cesetti ha riferito anche di aver "rispedito al mittente"
proposte di partecipare alla gestione di "risorse per il
territorio". "Nella Tabella C - ha ricordato - c'erano risorse
organiche e necessarie per il territorio, stabilite con criteri,
dalla giunta".
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