L'Inferno dantesco è già tra noi, in una società predatoria e priva di spiritualità, che crea disparità, distrugge l'ambiente e produce ricchezza destinata a pochi. La pensa così il regista, produttore e sceneggiatore di origine marchigiana Matteo Gagliardi (nato a Jesi in provincia di Ancona nel 1978), che dopo il successo internazionale del docu-film 'Fukushima: a nuclear story' del 2016, torna a denunciare i mali della contemporaneità con un lungometraggio (un'ora e 33 minuti) ispirato alla Divina Commedia di Dante, intitolato 'Mirabile Visione: Inferno'. Uscirà in anteprima a Firenze il 14 febbraio prossimo e a seguire nelle principali città italiane.
Come Dante, anche quello di Gagliardi vuol essere un viaggio nei gironi dell'Inferno guidato da due 'maestri', uno sacro - Padre Guglielmo (Luigi Diberti) - e uno profano - la professoressa Delia Argenti (Benedetta Buccellato) -, abbinando a una selezione delle terzine dantesche immagini che spaziano dal reportage, alla finzione all'animazione, per dar vita ad un'opera squisitamente multimediale. In particolare, il regista riscopre e utilizza una settantina d'illustrazioni ottocentesche della Divina Commedia sulle 243 fatte dal pittore parmense Francesco Scaramuzza (contemporaneo del francese Gustave Doré), che ricolorate e animate grazie a sofisticate tecniche digitali, hanno il compito di collegare antico e moderno in una visione di grande suggestione con anche una valenza pedagogica.
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