Giornalista, partigiano e agente
segreto del Soe (Special Operations Executive), la branca
esecutiva dell'intelligence di Churchill, morto ad appena 21
anni in Trentino, nell'ottobre 1944. E' la storia di Alberto
Maggi, che emerge dai National Archives britannici: il suo
fascicolo è stato desecretato in anticipo rispetto alla data
prevista nel 2024. Il Soe reclutò giornalisti famosi come Leo
Valiani e Alberto Tarchiani. Ma il file di Maggi porta alla luce
l'ordinario eroismo di un giovane e coraggioso antifascista, la
cui morte fu compensata con 200 sterline alla famiglia, una
lettera di encomio e una targa. A Maggi è dedicata una lapide di
marmo nella piazza principale di Serra San Quirico (Ancona),
paese di origine della famiglia, che ricorda il suo sacrificio
"per difendere la libertà e la giustizia". Ma a Serra San
Quirico nessuno sa che era uno 007 britannico arruolato
dall'agente del Soe Max Salvadori, nobile anglo-marchigiano,
fratello di Joyce Lussu, militante di Giustizia e Libertà,
ufficiale dell'esercito inglese, storico liberale. "Alberto
Maggi era nato il 14 luglio 1923 - racconta all'ANSA Nicoletta
Maggi (non c'è parentela), giornalista e scrittrice, che ha
avuto accesso al file con il supporto del Gruppo di ricerca
internazionale del Soe -, contattò il Soe a metà novembre 1943.
Come indirizzo di contatto uno a Roma, ma anche Serra San
Quirico, "dove il contatto era presso Lucarini Francesco, un
parente e forse un partigiano". Era giornalista: "lavorava per
Il Piccolo di Trieste, con corrispondenze da Roma". Iniziò il
servizio l'8 dicembre 1943, con "uno stipendio base di 5
scellini al giorno; quando era sul campo 10 scellini, mezza
sterlina al giorno". A fine dicembre 1943 fa un corso di
paracadutismo a San Vito dei Normanni, nel gennaio 1944 un
addestramento in sabotaggio a Monopoli. Poi viene infiltrato
durante l'operazione Advent a Pesaro, collabora con i partigiani
nel marzo 1944, lavora con il Partito Comunista Italiano a Roma
fino alla Liberazione nel giugno 1944. Il 17 luglio 1944
partecipa all'operazione Whitehorse. A ottobre viene ucciso da
una pattuglia tedesca, forse avvertita da una spia, mentre era
con i partigiani della Brigata Gramsci nel Trentino.
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