Una nigeriana fatta arrivare prima
in Francia con la promessa di un lavoro da sarta e fatta
prostituire sotto la minaccia di uccidere familiari in patria e
di riti voodoo, poi scappata in Italia dopo essere rimasta
incinta; una romena venduta dalla propria famiglia per 4mila
euro, portata in Italia per prostituirsi, picchiata e seviziata.
Sono due delle migliaia di donne vittime di riduzione in
schiavitù per sfruttamento della prostituzione che sono state
salvate dall'Associazione Papa Giovanni XXIII guidata da don
Aldo Buonaiuto il quale oggi a Fabriano (Ancona) ha incontrato
il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo
Mantovano nella Giornata internazionale della violenza contro le
donne.
Nel pomeriggio visita in una struttura rifugio
dell'Associazione, "Casa Tra Le Nuvole di Papa Francesco", in
provincia di Ancona, dove c'è stato un incontro con le ospiti in
passato vittime di violenze. "Sono donne che sembrano invisibili
- ha detto don Aldo - agli occhi di molti soprattutto di coloro
che ancora hanno questa mentalità maschilista, pretendono di
avere diritto di acquistare il corpo di queste ragazze. Il
fenomeno della prostituzione schiavizzata non è scomparso in
Italia, è quadruplicato dopo la pandemia, all'aperto e al
chiuso, di questo dobbiamo parlare"; "sono oltre 25 anni che
accogliamo ragazze, ne abbiamo accolte diverse migliaia,
cercando di dare protezione e poi una speranza di rinascere,
riprendere un cammino di integrazione nella scuola e nel lavoro,
una vita normale".
"Le storie sono tante e drammatiche: - ha sottolineato don
Aldo -: l'ultima ragazza arrivata voleva salvare la propria
creatura in grembo e sapeva che il racket l'avrebbe costretta a
sopprimere la vita; è scappata e, in una stazione, ha incontrato
una ragazza che era stata da noi; l'ha portata qui e lei ha
iniziato una nuova vita. Questo ci insegna che niente avviene
per caso ma c'è sempre un disegno dall'alto che ci dà speranza e
la possibilità di rinascere".
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