Mentre sconta una pena di cinque
anni un detenuto del carcere di Barcaglione, ad Ancona, ha
imparato un mestiere e ha trovato lavoro. E' pastore, mungitore
e casaro (fa i formaggi). E lo diventato prima grazie all'orto
sociale che il sistema penitenziario ha avviato con successo nel
capoluogo marchigiano, poi affinando le sue doti in una vera
stalla con venti pecore sempre all'interno della casa
circondariale di Ancona, un carcere dove i detenuti arrivano per
lo più per la fine pena.
La storia a lieto fine è di Petrit Goxhaj, 44 anni, albanese,
e l'ha raccontata lui stesso, all'ANSA oggi a margine del
convegno "L'agricoltura, strumento d'integrazione sociale per il
sistema penitenziario", A Barcaglione da anni, con il progetto
Fattoria, c'è un'azienda agricola multifunzionale che impiega i
detenuti che ne fanno richiesta. "Sono arrivato a Barcaglione
nel 2019 - racconta Petrit - e appena mi sono affacciato dalla
finestra ho visto un signore che metteva le canne per far
crescere i pomodori. Mi hanno spiegato che era un volontario che
insegnava a lavorare la terra". Petrit ha aderito al progetto e
ha cominciato "subito a zappare la terra. Non pensavo che un
carcere potesse offrire tanto".
Si è occupato anche di api e olio, ma soprattutto ha lavorato
nella stalla, dove ha fatto un corso. E alla fine ha trovato
lavoro presso un agricoltore che lo ha assunto. Dall'anno scorso
lo hanno raggiunto moglie figli e da un anno e mezzo non deve
stare in carcere. la sua pena finirà a marzo. "Mi sento
fortunato di questa seconda possibilità nella vita - dice -. Il
mio passato? Ho sbagliato, è stato giusto pagare". Ma ora ha un
futuro davanti.
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