Sigillo di Ateneo dell'Università
di Urbino per Diego Dominguez, leggenda del rugby
internazionale, considerato il mediano di apertura italiano più
forte di tutti i tempi.
Durante la cerimonia di conferimento è stata ripercorsa la
sua storia sportiva con i colori della nazionale italiana che,
nel 2000, grazie anche al suo talento, conquista l'ingresso al
Torneo Cinque Nazioni, poi denominato Sei Nazioni. Dal 2000 al
2003 partecipa a quattro edizioni di questo storico campionato e
gioca tre Coppe del Mondo. Domínguez conclude la carriera allo
Stade Français, con cui vince quattro titoli di Campione di
Francia. Nel 2004 dà l'addio allo sport della palla ovale.
"Numeri da record" ha detto il rettore Giorgio Calcagnini,
ricordando che l'ex numero 10 italo-argentino "ad oggi è
considerato l'ottavo miglior marcatore internazionale della
storia del rugby a 15, il secondo a raggiungere i 1.000 punti;
il terzo miglior realizzatore di sempre del massimo campionato
italiano. Ha inoltre al suo attivo un titolo di Campione
Sudamericano con l'Argentina, uno di Campione Europeo con
l'Italia, ed è stato convocato due volte nei Barbarians: la
selezione dei migliori giocatori di rugby al mondo".
"Le Marche - ha detto Domínguez, abbigliato con toga e tocco,
nel ricevere il Sigillo - sono casa mia, ho sempre saputo e
sentito questo quando mia madre mi raccontava la sua storia da
Matelica (Macerata) a Buenos Aires, come tanti emigranti in
cerca di una vita migliore". I valori del rugby "sono unici, i
soldi e gli interessi intorno alla palla ovale non l'hanno
trasformata. Come dico sempre ai giovani si gioca con le mani,
con i piedi ma soprattutto con la testa e il corazón".
Ma il Sigillo non gli è stato conferito solo per meriti
sportivi il rettpre ha ricordato la sua seconda vita sportiva
come commentatore per Sky Sport e, soprattutto, allenatore e
promotore di progetti dedicati ai giovani delle periferie del
Paese, da Scampia a Quarto Oggiaro. E ancora "inclusione,
educazione e formazione ispirano i rugby camp che coordina negli
istituti penali italiani per minorenni, dal carcere minorile
Beccaria di Milano al Fornelli di Bari, con l'obiettivo di
trasmettere i valori della solidarietà, della disciplina, dello
spirito di squadra e di sollecitare speranza e desiderio di
reinserimento nei giovani in stato di detenzione".
"Il rugby mi è servito, soprattutto nella seconda parte della
mia carriera, per cercare di aiutare chi ha preso la strada
sbagliata, per fargli capire che anche la frustrazione può
essere incanalata positivamente. Nelson Mandela - ha concluso
Dominguez - ha usato il rugby per unire un Paese. Mandela diceva
che lo sport può cambiare il mondo. Io penso che abbia la forza
di migliorarlo".
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