"Scoprire le carte sull'esposizione
debitoria dell'Ancona e fare chiarezza sulla volontà
dell'attuale assetto proprietario del club biancorosso". Dopo lo
choc dei bonifici fantasma versati/non versati martedì 4 giugno
che di fatto impediranno l'iscrizione della quadra in Lega Pro
nonostante la salvezza sul campo (la decisione Covisoc maturerà
non prima del 10 giugno), il sindaco di Ancona Daniele Silvetti
ha scritto una pec alla proprietà societaria, al presidente Tony
Tiong, al Cda, per un incontro e affinché forniscano la
situazione finanziaria del club, spieghino la sorprendente
marcia indietro sul pagamento degli stipendi e chiariscano se
c'è volontà di portare avanti la società. Un quadro chiaro da
cui ripartire e che possa permettere all'amministrazione di
agire per dare un futuro ai colori biancorossi, coinvolgendo
eventuali imprenditori o gruppi interessati.
La decisione di convocare la proprietà, con un margine di una
settimana per incontrarsi, è maturata dopo l'incontro di
stamattina a Jesi tra il sindaco, il vice sindaco Zinni, gli
assessori Eliantonio e Berardinelli, l'amministratrice delegata
dell'Ancona calcio, Roberta Nocelli, e il socio di minoranza
Mauro Canil (5%). Un vertice per fare il punto di una situazione
che è comunque critica: dal faccia a faccia però non sono emerse
informazioni fondamentali, quelle sull'esposizione debitoria e
sulle intenzioni del club per il futuro. La manager non ha
potuto fornire questi dati e ha chiesto il permesso alla
proprietà, unica a poter rispondere e fare finalmente chiarezza
sull'attuale situazione caotica nel club e il mancato pagamento
degli stipendi di marzo e aprile di cui il sindaco ha preso
contezza "alle 15 del 4 giugno".
In mattinata Silvetti ha incontrato una delegazione di tifosi
della Curva Nord: stasera, alle 19.30, manifestazione dei
supporter in centro per protestare contro il comportamento della
società e il rischio che la squadra non partecipi al prossimo
campionato; ci sarà anche il sindaco. I tifosi sono arrabbiati,
si sono sentiti presi in giro dalla società, chiedono rispetto
per tutta la città e per il club: vogliono che l'amministrazione
prenda una posizione netta nella vicenda, vorrebbero conservare
la matricola e dicono no all'ipotesi di fusioni.
Il sindaco ha espresso ancora una volta incredulità per il
comportamento della proprietà societaria: "di fronte ad un
verosimile investimento di circa 8 milioni di euro in questi
anni - ha rimarcato - non si capisce come mai si sia fermato
davanti a 400mila euro per coprire gli stipendi, condizione
indispensabile per l'iscrizione a un campionato difeso sul campo
con le unghie e con i denti". Urgono spiegazioni e chiarezza da
parte del patron malese Tiong, che probabilmente sarà
rappresentato nell'incontro da un legale, anche per il rischio
che il club conosca l'ennesimo fallimento e lo stop alla
continuità societaria.
Dopo il verdetto Covisoc, con la ormai certa mancata
iscrizione alla Lega Pro per l'Ancona, il sindaco auspica almeno
la serie D. La Figc busserà all'amministrazione per chiedere a
quale categoria ci sia la volontà di iscrivere la squadra: a
quel punto, se vi sarà chiarezza sui debiti e valutato il costo
di un campionato di D (intorno ai quattro milioni), si vedrà se
ci saranno imprenditori interessati a rilevare l'attuale società
o a mettere in atto un nuovo progetto, eventualmente con marchi
e loghi nell'eventuale disponibilità del Comune.
Per l'amministrazione c'è anche in ballo il progetto per la
cittadella sportiva che aveva compiuto dei passi con la società
e che ora sembra tramontare con le immancabili conseguenze
giudiziarie e alcune spese in parte già sostenute.
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