Una barca a vela con due persone a bordo si è incagliata nel pomeriggio di sabato in uno scoglio al Trave nella zona di Portonovo ad Ancona. In azione per soccorrere i due velisti sono entrati anche i vigili del fuoco di Ancona che hanno provveduto a trasferire su un'altra imbarcazione gli occupanti della barca che stava imbarcando acqua.
L'urto aveva infatti provocato una falla nello scafo. Sul posto il nucleo nautico, una squadra di vigili del fuoco e gli ormeggiatori del porto, che hanno disincagliato l'imbarcazione e otturato temporaneamente la falla, poi si è proceduto a scortarla al porto di Ancona.
A coordinare le operaioni la Guardia costiera che ha la titolarità degli interventi a mare.
Intervenuti tre i mezzi della Guardia costiera Accertamenti dell'Autorità Marittima per ricostruire la dinamica
Sono in corso ulteriori accertamenti da parte dell'Autorità Marittima per ricostruire la dinamica dell'incidente avvenuto ieri nel tardo pomeriggio quando una barca a vela di 12 metri si è incagliata a Nord dalla località "Trave" di Ancona.
A chiamare la sala operativa della Capitaneria di porto di Ancona, intorno alle 17, sono state le due persone presenti a bordo, un uomo e una donna di circa sessant'anni, che avevano preso il mare a Civitanova Marche, precisa una nota della Guardia costiera. L'unità si era incagliata su uno scoglio e stava imbarcando acqua.
Il centro di coordinamento della Guardia Costiera ha fatto convergere sul posto tre mezzi: una motovedetta classe 800 (CP861), la moto d'acqua L20 e il gommone G.C. A83, il primo ad arrivare. Preso atto dello scenario, era chiesto l'intervento anche dei vigili del fuoco, che intervenivano prontamente con mezzi di esaurimento idonei a fronteggiare l'eventuale peggioramento della situazione.
La Capitaneria di porto chiamava sul posto anche un mezzo del gruppo ormeggiatori del porto di Ancona, per contribuire in fase di disincaglio della barca. Il team intervenuto, dopo aver trasbordato la donna presente a bordo sul battello penumatico della Guardia costiera, assisteva il proprietario dell'unità nell'individuazione e tamponamento della falla.
L'unità era così liberata, riuscendo a navigare autonomamente verso il porto di Ancona, ove giungeva, scortata dai mezzi navali intervenuti, poco prima delle 21.
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