Spoofing: è il nome della truffa
di cui è stata vittima una donna di Fabriano (Ancona) e che
consiste nella modalità informatica fraudolenta di falsificare
l'identificativo del chiamante, in questo caso si è finto che la
chiamata arrivasse dalla Questura di Ancona, per generare nella
vittima una falsa sicurezza che quanto le è stato richiesto
provenga da un'autorità riconosciuta.
Nella mattina del 10 luglio scorso, una fabrianese ha
ricevuto una telefonata da parte di un sedicente impiegato del
proprio Istituto bancario, in servizio antifrode, nella quale le
rappresentava la necessità di spostare l'intero ammontare del
proprio conto corrente. Nel corso della telefonata,
l'interlocutore ha rassicurato la donna che a breve avrebbe
ricevuto una telefonata di conferma della procedura dalla
Questura di Ancona. Poco dopo, un sedicente ispettore della
Questura le ha ordinato di eseguire il bonifico, nelle modalità
per cui era stato suggerito. La fabrianese, verificando che la
telefonata sul proprio smartphone le perveniva effettivamente
dal numero assegnato all'Ufficio di Polizia del capoluogo
dorico, si è convinta a disporre il bonifico di 17mila euro.
Immediatamente dopo, però, nel telefonare alla Questura di
Ancona per dare conferma dell'avvenuto trasferimento, ha
compreso di essere stata vittima di una truffa ben articolata.
Così ha contattato il commissariato di Fabriano e gli agenti
hanno proceduto al sequestro preventivo dell'Iban sul quale era
confluita la somma di denaro della fabrianese, riuscendo a
immobilizzare 11 dei 17 mila euro carpiti. La destinazione degli
altri 6mila euro è attualmente oggetto di indagine per la
verifica delle ipotesi penali di riciclaggio ed autoriciclaggio.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA