Per l'accusa di costi gonfiati su
lavori interessati dal superbonus edilizio 110, finanziato con
risorse del Pnrr, è stato eseguito nel Pesarese un sequestro
preventivo di beni per un valore di un milione e mezzo di euro
al proprietario di un consorzio e al suo legale rappresentante.
Bloccati denaro, beni immobili e mobili tra cui una Ferrari. Il
sequestro è stato disposto dal gip di Pesaro su richiesta della
Procura, dopo una indagine deI Nucleo di Polizia Economico
finanziaria delle Fiamme gialle pesaresi.
Il decreto riguarda il denaro presente in conti correnti
bancari, beni immobili e mobili registrati nella disponibilità
dei due indagati. Si è arrivati al sequestro a conclusione di
un'articolata attività di polizia giudiziaria e tributaria
eseguita dai militari del Nucleo nei confronti di un consorzio
operante nel settore della ristrutturazione edilizia, restauro
edilizio, risanamento conservativo e costruzione, su edifici
civili e industriali.
Il legale rappresentante del Consorzio, un imprenditore
pesarese, è stato denunciato per indebita percezione di
erogazioni pubbliche. Dal 2020, secondo le accuse, il Consorzio
avrebbe preso appalti da svariati committenti, lavori edili per
i quali era previsto il credito di imposta 110%. Al fine di
ottenere il massimo dei benefici di legge, avrebbe
sistematicamente indicato nel computo metrico allegato al
contratto di appalto (il computo madre) costi gonfiati e quindi
fittizi.
La circostanza è scaturita dal controllo dei sottostanti
contratti di subappalto, i cui computi metrici (sotto computi)
recavano, secondo le Fiamme Gialle, quale costo d'esecuzione per
le medesime lavorazioni, importi sistematicamente inferiori.
Durante l'indagine sono state sentite molte persone a sommarie
informazioni ed è stata analizzata minuziosamente la
documentazione contabile ed extracontabile (cartacea e
informatica).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA