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Pd, 'con Castelli la ricostruzione non accelera ma rallenta'

Pd, 'con Castelli la ricostruzione non accelera ma rallenta'

Carancini-Casini più pratiche e erogazioni in media con Legnini

ANCONA, 07 agosto 2024, 18:14

Redazione ANSA

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Altro che "accelerazione", con il commissario Guido Castelli la ricostruzione post sisma 2016 è "rallentata". Il Gruppo Pd in Consiglio Marche va all'attacco dopo report post terremoto presentato a maggio dalla struttura commissariale guidata da Castelli, senatore di FdI e commissario. Per voce del consigliere Romano Carancini e della capogruppo Anna Casini, i dem smorzano il "trionfalismo" del commissario, affermando che "l'analisi comparata con i dati (svolta da Carancini, ndr) elaborati dal suo predecessore Giovanni Legnini dimostra in maniera inequivocabile che, dal suo insediamento, nel gennaio 2023, l'attività di Castelli abbia prodotto un sensibile rallentamento del processo di ricostruzione". Per dem, la vera svolta venne impressa da Legnini poi calare con Castelli.
    In 17 mesi di mandato, hanno affermato i dem, con riferimento a numeri di ricostruzione nelle Marche, "sono state approvate 2.521 richieste di contributi con concessione di 1.413.295.510 euro per una media di 4,94 pratiche al giorno e l'erogazione di 83. 134.735 euro al mese". Nel 2022, hanno aggiunto, "sotto la gestione Legnini, le pratiche giornaliere evase furono 5,43 per una media mensile di finanziamenti erogati pari a 87.016.949 euro". Per il "2021, sempre con Legnini al vertice della struttura commissariale, le pratiche approvate furono in media 7,81 al giorno e i contributi concessi 121.912.395 euro". Il report, attacca il Gruppo Pd, "smentisce anche la presunta crescita di una fiducia dei cittadini e di una maggiore collaborazione tra Castelli e gli enti locali, tanto è vero che le richieste avanzate nei 17 mesi risultano 1.936, 3,79 pratiche al giorno, contro le 3.505 del 2022 con Legnini (9,6 al giorno)".
    I dem contestano anche che nel Report presentato da Castelli "mancano i dati sulle risorse erogate per la Ricostruzione pubblica del Centro Italia (durante la gestione Legnini 204 milioni nel 2019, 265 nel 2020, 559 nel 2021 e 854 nel 2022) e sul "tempo medio trascorso dalla presentazione delle domande al decreto di liquidazione (con Legnini si passò dalla media di 583 giorni fatta registrare dal commissario Farabollini a 130 giorni). Perché tanta reticenza? Non lo sappiamo ancora, ma temiamo che queste lacune non siano casuali".
    Guardando di "numeri" si può "smascherare l'ossessiva autocelebrazione di Castelli", ha attaccato Carancini che ha criticato anche la "comunicazione propagandistica" del Commissario con "455 comunicati in 17 mesi". Quanto alle risorse a disposizione, ha detto l'esponente dem, "Castelli siede su una montagna di soldi non messi a disposizione dal centrodestra".
    "Oltre le apparenze contano i numeri - ha dichiarato Carini - e quelli che forniamo evidenziano il freno a mano tirato sulla ricostruzione post sisma nell'epoca post Legnini". "Da un anno a questa parte non ci sono nuove risorse per il sisma anzi sono state tagliate, - ha proseguito la capogruppo dem - e senza una proroga del superbonus cratere, fino almeno al 2029 con la riattivazione della cessione dei crediti e la loro compensazione, rischiamo il pantano a causa degli accolli che dovranno subire le famiglie". "Se in alternativa dovessero rivedere i costi parametrici della ricostruzione, - ha concluso - sarà necessario comunque immettere nuove risorse, che ad oggi non si vedono. Tutte le parti politiche concordano sulla necessità di un grande ripensamento dello sviluppo economico, sociale ed infrastrutturale del Centro Italia, ma senza la restituzione delle case ai cittadini che le abitavano, qualsiasi iniziativa resterà vana". L'auspicio del Gruppo Pd è "che il rallentamento si fermi e si possa ripartire con un trend magari migliore di quello di Legnini".
   

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