"Abbiamo governato quattro anni.
Quattro anni di cui due fortemente condizionati dalla pandemia
dove tutto era complicato. Se facciamo una sottrazione abbiamo
potuto lavorare nella normalità per 24 mesi. Non cadiamo nel
trucco di chi vorrebbe sottrarci 12 mesi per finire di
completare e attuare le riforme, di continuare a progettare,
cantierare e inaugurare quelle opere che la nostra regione
desiderava da decenni". E' uno dei passaggi del discorso di
chiusura della Festa Tricolore ad Ascoli del presidente della
regione Marche Francesco Acquaroli che haffrontato diversi temi
e in particolare la snaità.
"Questi quattro anni - ha detto - segnano un lavoro enorme
svolto da noi tutti, in particolare sulla sanità. Quando noi
siamo arrivati al governo della Regione abbiamo dovuto bloccare
due progetti, uno in maniera particolare, un project finance per
la realizzazione di un nuovo ospedale che costava alla Regione
Marche praticamente un miliardo di euro e di quel miliardo di
euro duecento milioni di euro erano finanziari, seicento milioni
di euro circa erano servizi e tutti erano sottratti dal fondo
sanitario".
"In questi quattro anni - è tornato a sottolineare Acquaroli
- non abbiamo smontato il territorio, la verità è che noi lo
stiamo costruendo perché prima c'era il modello dell'ospedale
unico, noi stiamo cercando di costruire il territorio che è
l'unico, vero, grande strumento per dare appropriatezza,
vicinanza ai territori, servizi e quelle risposte che i nostri
cittadini chiedono. Ma questo non si fa da un giorno all'altro
perché il momento è contingente. Il governo Meloni - ha
ricordato - è il primo governo che rimette veramente risorse
aggiuntive rispetto ai tagli decennali" nella sanità
"Prima si sottraevano milioni di euro dalle prestazioni
sanitarie per costruire ospedali nuovi e per realizzare e
acquistare servizi". Ma gli ospedali nuovi, e lo abbiamo
dimostrato, "si possono fare senza fare alchimie". "Noi abbiamo
da subito rivolto l'attenzione alla risoluzione delle criticità
storiche". Sulle liste d'attesa "abbiamo dovuto studiare perchè
i dati non c'erano, rivolgendoci all'Agenzia Regionale della
Sanità, all'Università Politecnica delle Marche, alla Bicocca di
Milano. E, mi chiedo, fino ad allora su cosa era basata la
programmazione se i dati non c'erano, non era certo basata sul
fabbisogno delle prestazioni sanitarie della nostra regione".
"Non ci siamo mai fermati. La pandemia è scemata a febbraio
marzo del 2022, noi ad agosto abbiamo approvato la legge di
riforma. E subito dopo abbiamo iniziato a riscrivere il piano
sociosanitario. In questi giorni sono in via di completamento
gli atti aziendali. Solo dopo la riforma sarà completata e andrà
attuata dai direttori generali. Ma già abbiamo fatto tanto.
Stiamo aprendo i punti salute. Stiamo organizzando gli
ambulatori funzionali territoriali per anticipare gli effetti
degli ospedali di comunità.
"Stiamo, primi in Italia - ha ricordato -, lavorando sulle
farmacie e i servizi, un ottimo strumento per togliere
l'inappropriatezza e dare prestazioni per toglierle dalle liste
d'attesa e dai pronto soccorso".
Stiamo "lavorando seriamente per dare risposte, lo stiamo
facendo cercando di dare con consapevolezza la prospettiva
futura con una visione per la sanità della nostra regione
semplificando, chiarendo, cercando di avvicinare le prestazioni
e cercando - ha detto - di mettere in condizione, ogni azienda,
ogni territorio, di poter essere in sinergia. Non è un processo
che si fa in poco tempo, è un processo che richiede sforzi,
sacrifici, dedizione, lavoro e risorse. È quello che stiamo
facendo.
Qualcuno vorrebbe "tagliare il nastro del traguardo oggi, non
è così. Per giudicare la precedente riforma i marchigiani ci
hanno messo 17 anni, noi non chiediamo 17 anni, ma dato che dei
5 anni due sono stati occupati dalla pandemia, almeno dateci -
ha detto Acquaroli - qualche altro mese per far vedere
finalmente i primi effetti di quelle riforme che porteranno la
nostra sanità ad essere una delle sanità migliori del nostro
Paese".
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