Per il piano di opere struttura
post alluvione 2022 nelle Marche, calamità che colpì il
Senigalliese e il Pesarese, si sta passando "dalla
programmazione alla fase esecutiva". Lo ha detto il vice
commissario Stefano Babini durante una conferenza stampa in
Regione per un resoconto delle attività portate a termine e in
previsione, affiancato dal presidente della Regione e
Commissario Francesco Acquaroli, dall'Assessore alla Protezione
civile Stefano Aguzzi e dal responsabile del Dipartimento
protezione civile delle Marche Stefano Stefoni. Per il piano di
opere strutturali, che segue gli interventi di somma urgenza, ci
sono 130 milioni - "che aumenteranno, fa sapere Babini - di cui
113 milioni finanziati con fondi alluvione e 17 con fondi del
Mase (Ministero ambiente e sicurezza energetica)".
"Fra qualche giorno - ha annunciato il vice commissario -
raccoglieremo 19 progetti preliminari relativi a questi
interventi che possono essere fatti e le indicazioni dei
progetti confluiranno nell'accordo quadro che permetterà di
selezionare tutte le imprese a cui saranno affidati i lavori
entro l'anno".
"Abbiamo terminato pochi minuti fa una call con l'autorità di
Bracino Distruttuale dell'Appennino Centrale, - ha riferito
Babini - con la Fondazione Cima, l'Università Politecnica delle
Marche, che stanno raffinando il sistema di vasca di laminazione
a Bettolelle. Abbiamo risultati molto incoraggianti, nel senso
che si riusciranno a contenere le portate in misura
significativa per la sicurezza di tutti. Certo sono opere
complesse e ci vorrà un po' più di tempo per realizzarle - ha
ammesso il vice commissario -. E' imminente la firma di un
accordo con la Sogesid, società del Ministero che si occuperà
della consegna di questi lavori, chiavi in mano, progettazione
esecutiva, appalto, direzione lavori. Quindi stiamo lanciando
tutte quante insieme le opere - ha concluso - e penso che ci
saranno le novità molto interessanti nei primi mesi del 2025".
"Noi siamo andati avanti con le opere di allargamento del
fiumi, del Misa e del Nevola - ha detto ancora Babini - di
puizia, di potenziamento degli argini.
È un lavoro molto lungo e complesso perché si tratta di operare
continui ritocchi perché più si indaga il fiume più si vede che
ci sono delle criticità che vanno risolte. Stiamo ancora
lavorando sui fiumi e non penso che termineremo a breve".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA