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Un successo la Notte dei Ricercatori e delle Ricercatrici

Un successo la Notte dei Ricercatori e delle Ricercatrici

Organizzata dall'Università di Urbino, oltre 3mila visitatori

URBINO, 28 settembre 2024, 18:20

Redazione ANSA

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A Urbino oltre 3mila visitatori per la prima edizione della Notte dei Ricercatori e delle Ricercatrici organizzata dall'Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Al Collegio Raffaello il flusso rilevato di circa 1.500 persone è stato costante. Chi non ha partecipato in presenza ha seguito lo streaming, che ha totalizzato oltre 400 visualizzazioni in diretta. Venerdì, nelle sedi di Urbino e Fano, l'evento di divulgazione scientifica ha aperto le porte dei laboratori di ricerca alla cittadinanza, e permesso alle ricercatrici e ai ricercatori Uniurb di raccontare a un pubblico di non addetti ai lavori i processi, gli esiti e gli impatti degli studi condotti in Ateneo. I laboratori e gli stand hanno registrato in entrambe le città una grande affluenza di pubblico. A Urbino, il numero massimo di visitatori previsto per ogni location (1.759 partecipanti) è stato ampiamente raggiunto.
    Tra le diverse attività proposte, è stato particolarmente apprezzato il laboratorio di scrittura La grammatica della fantasia che, negli spazi della Biblioteca San Girolamo, ha coinvolto soprattutto un'ampia platea di bambini. Idem per l'Open restoration point della Scuola di Conservazione e Restauro, un'area in cui è stato possibile imparare a cogliere dettagli e differenze dello stato di un'opera d'arte prima e dopo l'intervento di recupero. Il luogo maggiormente frequentato è stato l'Orto Botanico, grazie alle visite guidate e al laboratorio di Etnobotanica che ha accompagnato i partecipanti alla scoperta della disciplina e delle diverse specie vegetali presenti nella struttura.
    "Concludiamo con grande soddisfazione questo straordinario evento che - ha commentato il rettore Giorgio Calcagnini - ha aperto i laboratori e portato le attività e i progetti di ricerca del nostro Ateneo nel cuore della città, coinvolgendo un pubblico eterogeneo e numeroso, composto soprattutto da giovani.
    Siamo davvero orgogliosi di aver dimostrato che la scienza e l'innovazione possono essere condivise anche con chi non ha una formazione specialistica. Segno che, sempre più, la ricerca universitaria deve aprirsi ai territori e contribuire al progresso collettivo".
    "La significativa partecipazione e l'entusiasmo che abbiamo percepito intorno alle nostre ricercatrici e ai nostri ricercatori - ha concluso il prorettore alla terza missione e public engagement, Fabio Musso - dimostra quanto sia importante procedere lungo questa strada. Vogliamo continuare a rendere accessibili i saperi, coinvolgere il pubblico in esperimenti e dimostrazioni pratiche, e a dare prova dell'impatto concreto che i nostri studi possono avere sulla vita di tutti i giorni.
    Crediamo fermamente, infatti, che una divulgazione scientifica e culturale di qualità possa sollecitare l'interesse dei giovani, stimolare il loro spirito critico e, più in generale, rendere i cittadini consapevoli delle sfide che insieme possiamo affrontare. Per questo, faremo in modo che l'iniziativa diventi un appuntamento fisso, una tradizione del nostro Ateneo".
    I 71 eventi in programma sono stati seguiti da un pubblico curioso e attento alla descrizione di fatti complessi eppure comprensibili, che ogni giorno studiose e studiosi della Carlo Bo indagano con passione per cambiare il futuro.
    "La prima Sharper night di Uniurb è stata un'esperienza entusiasmante - ha concluso il professor Alessandro Bogliolo, coordinatore del comitato scientifico - soprattutto per il coinvolgimento attivo di tutte le persone dell'Ateneo, ricercatrici e ricercatori, personale tecnico-amministrativo e studenti, che sono state tutte protagoniste e tutte fondamentali per il successo di questo grande evento collettivo. Quello che la cittadinanza e i visitatori hanno potuto percepire non è stata solo la qualità e la varietà della ricerca, ma anche la passione delle persone, la loro capacità di fare squadra, il senso di appartenenza all'Ateneo e l'apertura al dialogo.
   
   

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