"In provincia di Ascoli
Piceno stiamo assistendo a una situazione preoccupante in
termini di reddito e qualità del lavoro; nonostante un aumento
dell'occupazione, il salario medio è il più basso tra tutte le
province delle Marche (-7,6%) e al di sotto della media
nazionale (-18%)". E' quanto emerso stamani durante
l'illustrazione ai delegati e pensionati di Cgil, Cisl e Uil
della piattaforma unitaria territoriale "Piceno 2030", una
proposta complessiva di rilancio del territorio che per i
sindacati "risulta ancora fermo al palo da troppo tempo su
moltissimi aspetti e ora è il momento di imprimere una svolta
netta, rilanciando proposte chiare, che partano dalle esigenze
lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionate, dalla cura
del territorio, della sanità pubblica, dei diritti, del lavoro
sicuro, tutelato e ben retribuito".
"Stiamo vedendo un aumento del lavoro precario, soprattutto
per le donne e i giovani (34,7% a tempo parziale, 25,4% a tempo
determinato). Per garantire il salario e la qualità del lavoro,
chiediamo l'applicazione diffusa dei contratti collettivi
nazionali di lavoro, firmati dalle organizzazioni sindacali
maggiormente rappresentative, e una lotta decisa al dumping
contrattuale" ha detto Teresa Ferretti (Cisl).
Floriano Canali (Uil) ha aggiunto che "con Piceno 2030 e
altre misure, le politiche locali avranno un ruolo cruciale nel
modellare il panorama occupazionale del territorio. Intendiamo
restituire al Piceno il valore e l'importanza del mondo del
lavoro, creando opportunità che rispondano realmente alle
necessità dei cittadini".
Sui problemi della sanità si è soffermata infine Barbara
Nicolai (Cgil). .
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