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#fermiamoildisastroambientale, presidio davanti alla Raffineria

#fermiamoildisastroambientale, presidio davanti alla Raffineria

A Falconara in vista del G7, "chiarezza su stato bonifiche Api"

ANCONA, 05 ottobre 2024, 20:22

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Con Api non si vola più". La scritta sullo striscione esposto davanti alla Raffineria di Falconara durante la manifestazione promossa nel pomeriggio da #fermiamoildisastroambientale in vista del G7 Salute di Ancona tra il 9 e l'11 ottobre. Oltre 300 le persone presenti all'iniziativa di protesta e sensibilizzazione, secondo i promotori, nel momento di massimo flusso di partecipanti. E' la prima delle varie iniziative in contrapposizione con i lavori dei sette ministri della Salute, per mettere al centro le questioni ambientali. A un anno circa dall'ultimo presidio davanti alla raffineria del 14 ottobre 2023, e alla vigilia del G7 Salute di Ancona, le associazioni hanno "ripreso la parola e tolto la scena ai grandi della terra che saranno ospiti del territorio, ma anche a qualche piccolo politicante nostrano".
    I manifestanti denunciano "la netta cesura che separa il paese reale da quello legale, la piazza dalla politica, le assemblee e i presidi popolari dai palazzi istituzionali" e reclamano "un inequivocabile salto di qualità, dai monitoraggi e le segnalazioni, dall'evidenza degli effetti, alla radice delle cause: la quasi irreversibile contaminazione delle matrici di aria, acque marine e di falda, suolo e sottosuolo". "Lo scorso febbraio la Regione - ricordano i promotori della protesta - annunciava l'avvio di nuove attività di sorveglianza epidemiologica, di analisi ambientale e sorveglianza sanitaria 'con la partecipazione attiva' dei cittadini con i fondi Pnrr.
    Avremo voluto chiedere conto anche di questo all'audizione in Commissione regionale consiliare permanente Sanità e Politiche sociali, per cui pendeva una richiesta da gennaio, fino alla cancellazione della seduta del 25 settembre". Il "simbolo più eloquente della profonda cesura scavata tra le richieste popolari e le (non) risposte istituzionali", secondo i manifestanti, è "l'ennesimo riesame dell'Aia (autorizzazione integrata ambientale), tuttora in corso. Quel procedimento fu rilasciato nel maggio 2018, ad un solo mese di distanza dall'ultimo incidente rilevante del Tk61 da cui prese le mosse l'indagine Oro nero, e dovrebbe avere una durata fisiologica dai 10 ai 16 anni. L'essere arrivati al quinto riesame in sei anni dall'approvazione di quel procedimento, attesta già da sé la sua improvvisazione e lacunosità, significa che allora quell'autorizzazione, tra l'altro violata in modo 'sistematico e reiterato, come recitano le accuse nel procedimento giudiziario in corso per disastro ambientale, non doveva essere rilasciata, per tante questioni di merito e metodo".
    I promotori della protesta chiedono che vada "fatta definitivamente chiarezza sullo stato delle bonifiche private che competono all'Api, per decreto ministeriale, già dal lontano 2014: urge la puntuale e onerosa messa in sicurezza operativa e di emergenza di suolo, sottosuolo, acque marine e di falda, che dai riscontri di Arpam e Ispra risultano contaminati da idrocarburi totali, azoto ammoniacale, pfass e altre sostanze inquinanti o cancerogene. Reiterazione e moltiplicazione di queste procedure di riesame - concludono - ci sembrano un tentativo di aggirare la legislazione che chiediamo di applicare anche verso la raffineria Api".
   

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