"La società Giano deve rimane nel
perimetro industriale per evitare un effetto domino sugli altri
stabilimenti marchigiani del Gruppo, vista la loro
interconnessione". Questo in sintesi della nota congiunta delle
segreterie regionale di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uil-Uilcom,
Ugl-Chimici, facendo riferimento ai siti produttivi di Pioraco e
Castelraimondo (Macerata).
"Abbiamo preso atto della volontà del Gruppo Fedrigoni della
dismissione di Giano con i conseguenti 195 licenziamenti diretti
più l'indotto, con l'avvio di un percorso sindacale per il
parziale assorbimento degli esuberi negli stabilimenti di
Fabriano e Rocchetta", scrivono le parti sociali non nascondendo
le forti preoccupazione e la contrarietà, "in quanto Giano dovrà
rimanere nel perimetro aziendale altrimenti si causerebbe il
cosiddetto effetto domino su tutti gli stabilimenti dell'area
Marche considerando l'interconnessione degli stessi".
Positivo il fatto che il ministero abbia già attivato in
quella sede "un tavolo di confronto per mantenere in sicurezza
il perimetro occupazionale dei lavoratori del territorio
marchigiano" e che la Regione si sia resa disponibile "a
mantenere un costante canale di comunicazione e di intervenire
nel caso servissero sostegni alla riqualificazione e alla
formazione del personale coinvolto nella dismissione di Giano",
conclude la nota, fermo restando lo stato di agitazione il
blocco dell'utilizzo degli straordinari, della flessibilità
oraria e dei richiami in servizio in tutti i siti marchigiani.
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