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Sei indagati per truffa e riciclaggio fra cui un avvocato

Sei indagati per truffa e riciclaggio fra cui un avvocato

Operazione della Guardia di finanza

ASCOLI PICENO, 18 ottobre 2024, 20:39

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La Procura di Ascoli Piceno ha accusato sei persone di truffa, riciclaggio e falso materiale. Tra questi due ascolani, un avvocato ascolano di 48 anni, sospeso dall'Ordine, e un imprenditore di 61 anni, anche lui di Ascoli, sono stati incarcerati per ordine del giudice delle indagini preliminari Annalisa Giusti. Gli altri quattro sono indagati a piede libero. E' il frutto delle indagini della Guardia di Finanza.

    Al centro delle accuse, vi sono operazioni fraudolente orchestrate dall'avvocato in ambito legale, tra cui l'inganno di una coppia di suoi clienti attraverso la presentazione di un falso accordo transattivo e altre frodi legate a immobili e terreni. L'uomo è accusato di aver utilizzato falsi provvedimenti giudiziari per convincere i clienti a versare denaro e onorari per diverse migliaia di euro, agendo insieme ad altre persone come gli imprenditori coinvolti in varie operazioni. L'imprenditore 61enne avrebbe facilitato le truffe, creando società fittizie per far confluire i profitti illeciti sui propri conti, parte dei quali trasferiti poi allo stesso legale. La gravità dei fatti, il rischio di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato hanno portato all'emissione di misure cautelari in carcere per i due ascolani relativamente ad alcuni dei casi contestati, mentre per altri il giudice ha disposto i domiciliari. Entrambi saranno sottoposti agli interrogatori di garanzia la prossima settimana. 

 Sono sette i casi di truffa contestati ai sei indagati, corrispondenti alle somme versate per complessivi 200mila euro. Le truffe ai danni dei clienti su cui hanno indagato la Procura di Ascoli Piceno, la polizia giudiziaria e la Guardia di Finanza, venivano realizzate dall'avocato ascolano (sospeso nel frattempo dall'Ordine) attraverso la formazione di falsi accordi transattivi fatti sottoscrivere dai propri clienti nell'ambito di procedimenti civili relativi a recupero crediti, pignoramenti immobiliari, procedure rilascio immobile, in tali accordi -in realtà non sottoscritti dalla controparte del procedimento civile, non inseriti agli atti del procedimento e non conosciuti dal Giudice- si prevedeva il versamento a favore di società costituite allo scopo da soggetti ulteriori (anch'essi sottoposti ad indagine per concorso nelle truffe pluriaggravate e nei successivi autoriciclaggi e riciclaggi del profitto delle truffe) di somme anche ingenti.

Tali società avevano nome quasi identico alle società realmente creditrici e controparti nel procedimento civile (cambiando a volte solo piccoli particolari); a tali falsi atti di transazione si affiancavano falsi provvedimenti emessi da giudici del Tribunale di Teramo, Ascoli Piceno e Fermo, che ratificavano i falsi accordi transattivi e che disponevano il versamento delle somme su specifici Iban di società costituite allo scopo. Sono stati falsificati atti e provvedimenti giudiziari, tra cui procedure di liquidazione in realtà inesistenti e falsi provvedimenti giudiziari che autorizzavano compravendite in tale ambito, di apertura e chiusura della liquidazione, di nomina dell'avvocato commissario liquidatore, di autorizzazione allo stesso a concludere operazioni di compravendita stabilendo il versamento di somme di denaro direttamente sul c/c del commissario liquidatore.

Sarebbero stati anche falsificati altri provvedimenti giudiziari per rassicurare i propri clienti sull'andamento delle procedure e formate false ricevute di versamento di contributi e diritti di cancelleria per attività difensiva e facendosi corrispondere l'importo falsamente versato. Le operazioni di autoriciclaggio effettuate attraverso varie operazioni bancarie volte a ostacolare la identificazione della provenienza delittuosa del denaro (operazioni tutte contestate all'avvocato e ciascuna ad altri specifici soggetti) riguardano allo stato complessivamente euro 152.000. Le operazioni di riciclaggio (contestate al commerciante sottoposto a misura cautelare e ad altri soggetti) riguardano la complessiva somma di 39.000 euro. All'avvocato sono anche contestati i reati di falso materiale aggravato per la formazione di falsi provvedimenti giudiziari dei Tribunali di Ascoli Piceno, Teramo e Fermo.  

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