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Ciccioli, 'Moncaro deve ripartire, incontro pubblico 7 dicembre'

Ciccioli, 'Moncaro deve ripartire, incontro pubblico 7 dicembre'

Presso la sala consiliare ad Acquaviva Picena

MONTECAROTTO, 05 dicembre 2024, 19:51

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Il silenzio è l'unico aspetto che sul caso Moncaro non deve mai calare perché il territorio della Vallesina e non solo, e il settore vitivinicolo delle Marche non possono sopportarlo, soprattutto se l'eventuale fallimento è totalmente imputabile a scelte sbagliate. Sbagliate nel merito per via di gestioni di amministratori sui quali andrà fatta piena luce e nel metodo, a causa delle decisioni del Tribunale civile di Ancona che, di fatto, ha originato un conflitto con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy che ha più strumenti e possibilità per scongiurare la parola 'fine' sulla più grande cooperativa del settore della Regione. Il commissario avrebbe rilanciato l'azienda. Il curatore, come figura, lavora per smantellarla e venderla a tranci. Ma che questa fosse l'impostazione del curatore, Dott. Pollio, era stato subito chiaro fin da quando, inizialmente, era stato chiamato per far ripartire le attività aziendali". E' quanto dichiara l'europarlamentare di FdI, Carlo Ciccioli, sulla crisi Moncaro che invita tutti soci, dipendenti, conferitori, contoterzisti, operatori del vino e tutta la cittadinanza, all'incontro dibattito pubblico 'La Moncaro deve ripartire' organizzata per sabato 7 dicembre alle 15 nella Sala consiliare, via Fonte Palanca, ad Acquaviva Picena".

    Secondo Ciccioli infatti "nulla è stato fatto, fermando l'imbottigliamento dei vini ancora giacenti nelle cantine Moncaro, che sembra aver ripreso solo in questi giorni, a seguito delle pesanti critiche provenienti dal territorio in merito al suo operato. Ancora, nulla ha fatto per lavorare le terre di proprietà diretta della cooperativa, danno enorme per i soci e non solo. E, infine, ha generato una totale paralisi dell'attività commerciale sia in termini di conferimento delle uve sia in termini di vendita dei vini col marchio della cooperativa. Per le festività di Natale risulta che non sia stato preso alcun accordo di vendita, col risultato che anche i prodotti presenti in cantina sono stati tagliati fuori dalle promozioni natalizie della grande distribuzione e di quella specializzata. Occorre aggiungere che la mancata lavorazione dei vigneti di quest'anno (che si somma a quella dello scorso anno) sta facendo crollare il valore patrimoniale degli stessi, oltre al mancato introito della produzione di uve che sarà, presumibilmente, nullo. Con ciò il curatore sta venendo meno agli stessi obblighi che gli impone la legge fallimentare di mantenimento del valore del complesso aziendale in vista di un maggior soddisfacimento di quanto vantato dai creditori. Ci sono tutti gli estremi perché gli vengano imputati i danni economici, già gravi. La situazione è drammatica, per questo occorre un intervento diretto e forte di tutte le centrali cooperative e di tutte le associazioni agricole, in maniera coordinata e senza dannose fughe in avanti. La politica, con grande senso di maturità, ha trovato una sintesi, serve anche tra questi altri soggetti.
   

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