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Arcivescovo, ' come i Magi pellegrini verso Presepe di Pace'

Arcivescovo, ' come i Magi pellegrini verso Presepe di Pace'

Monsignor Spina, "si respira un clima conflittuale e violento"

ANCONA, 21 dicembre 2024, 13:32

Redazione ANSA

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"È questo il tempo di metterci in cammino verso Betlemme, come fecero i Magi. Il Natale è il tempo per ricominciare, per ritrovare speranza nella nostra vita". E' l'invito dell'arcivescovo di Ancona-Osimo, monsignor Angelo Spina, nel suo messaggio in occasione di "un Natale speciale, all'inizio dell'Anno Giubilare. Un anno di grande gioia, perché sperimentiamo che siamo amati da Dio sempre, immensamente".
    "Si respira un clima conflittuale e violento: - osserva l'arcivescovo - la spietata avanzata del numero dei femminicidi, la crescita della violenza tra i giovani, l'inasprirsi del linguaggio sempre più segnato dall'odio, i casi di antisemitismo, che non possiamo tollerare, sono come semi che da sempre il male getta nei cuori e nelle relazioni delle persone e contaminano i cuori e i linguaggi". In questo contesto la riflessione di monsignor Spina che si ferma "spesso e con stupore davanti al dipinto Adorazione dei Magi (olio su tela), attribuito a Carlo Maratti, nato a Camerano nel 1624, conservato ad Ancona nell'Episcopio. È una scena sublime, come la descriveva già Luigi Serra nell'Inventario degli oggetti d'arte d'Italia nel 1936: 'Dalla soglia della capanna - misto di architettura rustica e classica - s'avanzano la Vergine col Bambino in braccio e San Giuseppe. Porgono l'omaggio dei doni i Re Magi, due curvi in ginocchio, l'altro ritto nell'ombra in atto di tener sollevato il vaso dell'incenso fumante. Sul fondo di architettura e di cielo, armigeri e pastori". L'arcivescovo parte da questo dipinto per una riflessione sul Natale 2024, che richiama il racconto dell'evangelista Matteo.
    "Chi può dare speranza in un tempo così difficile e complesso? - prosegue monsignor Spina - È il tempo di metterci in cammino verso Betlemme, come fecero i Magi". "Il cammino insieme germoglia dall'amore, dalla disponibilità a vivere la vita come dono per gli altri, ad uscire dall'io per donarsi con Dio agli altri. I Magi - conclude - ci insegnano che bisogna alzare lo sguardo verso il cielo, non si accontentano di ciò che sono e che hanno, non vivono la vita con lo sguardo rivolto verso il basso, non restano prigionieri delle cose di ogni giorno, non chiudono tutta l'esperienza della loro vita in ciò che possono vedere e toccare".
   

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