Assoggettate al pusher per il consumo di cocaina, schiavizzate, picchiate e minacciate.
Ad Ancona due donne di 41 e 43 anni hanno trovato la forza di ribellarsi al loro convivente e aguzzino e lo hanno denunciato anche grazie al supporto del padre di una di loro a sua volta minacciato di morte.
Per i reati di maltrattamenti, lesioni
aggravate, continuate, cessioni di stupefacenti, e minacce, un
43enne di origine marocchina è finito in carcere. La Squadra
mobile della questura di Ancona, coordinati dalla Procura di
Ancona, ha dato esecuzione all'ordinanza di applicazione
dell'ordinanza di custodia emessa dal gip.
L'attività investigativa degli agenti, guidati dal dirigente
Carlo Pinto, avrebbe delineato un quadro di rapporti di
convivenza gestiti con totale assoggettamento delle donne
all'indagato, in un quadro di dipendenza dettato dal consumo di
stupefacenti. Dalla convivenza sarebbe scaturita una grave
sofferenza che avrebbe spinto le due vittime a ribellarsi, a
reclamare la propria dignità per salvarsi dalla sopraffazione a
fronte di rapporti opprimenti e patologici con l'indagato. Le
indagini avrebbero fatto emergere continui maltrattamenti fisici
e verbali nei confronti delle parti offese: in un caso l'uomo,
sarebbe arrivato a seppellire nei pressi del cimitero una delle
due vittime per terrorizzarla, estraendola subito dopo dalla
terra; un un altro le donne sarebbero state anche ferite con la
lama di un coltello.
Destinatario di minacce anche il padre di una delle vittime a
cui il 43enne avrebbe inviato messaggi vocali contenenti insulti
e gravi minacce di morte. Alla luce di quanto emerso, il gip di
Ancona, accogliendo le richieste della Procura ha disposto la
custodia cautelare in carcere presso la casa circondariale di
Montacuto. nei confronti del provvedimento, eseguito in sede di
indagini preliminari, è ammessa l'impugnazione e il destinatario
della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi
presunta innocente fino a sentenza definitiva.
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