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Schiavizzate e picchiate dal convivente pusher, arrestato

Schiavizzate e picchiate dal convivente pusher, arrestato

Indagini della polizia ad Ancona, 43enne finito in carcere

ANCONA, 31 gennaio 2025, 19:11

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Assoggettate al pusher per il consumo di cocaina, schiavizzate, picchiate e minacciate.

Ad Ancona due donne di 41 e 43 anni hanno trovato la forza di ribellarsi al loro convivente e aguzzino e lo hanno denunciato anche grazie al supporto del padre di una di loro a sua volta minacciato di morte.

Per i reati di maltrattamenti, lesioni aggravate, continuate, cessioni di stupefacenti, e minacce, un 43enne di origine marocchina è finito in carcere. La Squadra mobile della questura di Ancona, coordinati dalla Procura di Ancona, ha dato esecuzione all'ordinanza di applicazione dell'ordinanza di custodia emessa dal gip.
    L'attività investigativa degli agenti, guidati dal dirigente Carlo Pinto, avrebbe delineato un quadro di rapporti di convivenza gestiti con totale assoggettamento delle donne all'indagato, in un quadro di dipendenza dettato dal consumo di stupefacenti. Dalla convivenza sarebbe scaturita una grave sofferenza che avrebbe spinto le due vittime a ribellarsi, a reclamare la propria dignità per salvarsi dalla sopraffazione a fronte di rapporti opprimenti e patologici con l'indagato. Le indagini avrebbero fatto emergere continui maltrattamenti fisici e verbali nei confronti delle parti offese: in un caso l'uomo, sarebbe arrivato a seppellire nei pressi del cimitero una delle due vittime per terrorizzarla, estraendola subito dopo dalla terra; un un altro le donne sarebbero state anche ferite con la lama di un coltello.
    Destinatario di minacce anche il padre di una delle vittime a cui il 43enne avrebbe inviato messaggi vocali contenenti insulti e gravi minacce di morte. Alla luce di quanto emerso, il gip di Ancona, accogliendo le richieste della Procura ha disposto la custodia cautelare in carcere presso la casa circondariale di Montacuto. nei confronti del provvedimento, eseguito in sede di indagini preliminari, è ammessa l'impugnazione e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.
   

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