Un reticolo sotterraneo di 11 cisterne per un totale di 2mila metri quadrati sotto piazza Stamira ad Ancona, edificato forse prima della fondazione della città e visitabile gratuitamente con le guide dell'associazione Ancona Sotterranea, muniti di stivaloni di plastica e caschetti da speleologo.
E' l'iniziativa promossa per la cittadinanza da
Vivaservizi in occasione della Giornata mondiale dell'acqua in
programma il 22 marzo prossimo, e in seguito il 30 marzo e il 6,
13 e 27 aprile (prenotazione obbligatoria).
Oggi il presidente di Ancona Sotterranea Andrea Gagliardini
assieme ad Andrea Dotti e Moreno Clementi, rispettivamente
presidente e direttore di Vivaservizi, e all'assessora comunale
alle Politiche educative Antonella Andreoli, hanno accompagnato
i giornalisti in una visita esplorativa tra i cunicoli collegati
da archi ribassati dove l'acqua arriva ai polpacci, tra pozzi e
cascatelle.
Un mondo misterioso scoperto solo nel 1983 quando furono
avviati i lavori per edificare il parcheggio sotterraneo di
Piazza Pertini, svelando cisterne dove l'acqua, poi fatta
defluire, arrivava fino al soffitto tanto da costringere i
tecnici a procedere in gommone.
Misterioso perché la fonte che
lo alimenta è ancora ignota e rimane inalterata sia che piova o
che imperversi la siccità. Di certo nella zona, fuori dalle mura
cittadine dove insistono le cisterne esistevano nell'antichità
degli opifici per la tintura dei tessuti con la porpora e si
presume che le acque provenissero addirittura dal Monte Conero.
A risolvere il dubbio non esistono ad oggi documenti storici,
non solo per la naturale dispersione delle fonti dovuta al
trascorrere del tempo, ma anche per la grande segretezza con la
quale venivano trattate queste informazioni dal momento che
l'acqua era un bene così prezioso da non poter essere divulgato.
I nomi dati alle fonti erano infatti sempre molto fantasiosi
come quello del 'Buco del diavolo' dato ad una sorgente ubicata
a San Lorenzo vicino a Numana sul Monte Conero, che se non fosse
stata scoperta in altro modo sarebbe rimasta ignota. Comunemente
queste fonti venivano chiamate Chioccie, dando adito anche a
molte leggende su presunti pulcini d'argento.
Una di queste si troverebbe nella zona del Passetto e veniva
presumibilmente sfruttata per irrigare gli orti che fino al 1800
occupavano gran parte del viale della Vittoria. Di certo le
cisterne di piazza Stamira furono utilizzate fino al Novecento
dal panificio militare sovrastante l'area interrata. Oggi
quest'universo nascosto viene restituito alla collettività per
ricordare a tutti, hanno evidenziato i vertici di Multiservizi,
che l'acqua è un bene comune da non dare per scontato e di cui
presto nuovi studi realizzati in collaborazione con l'Università
Politecnica delle Marche forniranno inediti risultati.
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