E' "importante continuare a ricordare la figura di mio padre Carlo Urbani per educare e sensibilizzare le nuove generazioni a una responsabilità collettiva, a una responsabilità globale, a unirsi per raggiungere l'obiettivo comune che è quello della riduzione delle disuguaglianze a livello mondiale".
Così Luca Urbani, 29
anni, vice presidente Aicu (Associazione italiana Carlo Urbani),
figlio di Carlo, il medico eroe di Castelplanio (Ancona) che nel
2003 per primo identificò la Sars in Vietnam e che morì il 29
marzo di quello stesso anno proprio a causa della malattia che
contribuì a fermare.
Oggi Luca Urbani è intervenuto alla seduta del Consiglio
regionale dedicata alla figura del medico e microbiologo nella
Giornata a lui intitolata: "è un grande onore - ha detto il
figlio di Carlo Urbani - per mantenere vivo il ricordo di mio
padre non solo come medico ma per trasmettere i suoi ideali, per
adattare all'attualità le battaglie che ha portato avanti fino
alla fine".
Nel corso della seduta sono state premiate alcune
classi di studenti nell'ambito del premio giornalistico Carlo
Urbani 2025
Sulla scia del padre, Luca Urbani, lui non è un medico ma un
cooperante, è impegnato in progetti internazionali a favore
delle popolazioni più deboli: è appena tornato dal Mali dove ha
lavorato per una ong francese.
"Ho lavorato per varie Ong internazionali e quello che io
faccio è seguire l'implementazione dei progetti, - ha spiegato a
margine del Consiglio regionale -, scrivere nuovi progetti per
cercare nuovi finanziamenti per poter intervenire in risposta ai
bisogni sempre più elevati, sempre più grandi delle popolazioni
dove sono intervenuto le organizzazioni". "In Mali sono stato un
anno con una Ong francese e ho seguito vari progetti in
sicurezza alimentare, in educazione, in protezione e questo
lavoro mi permette di toccare con mano e di vedere quali sono
quelle disuguaglianze di cui mio padre parlava molto; quali sono
le reali condizioni di queste popolazioni che vivono in
condizioni poco dignitose, in condizioni molto precarie e per me
- ha concluso - è una forza in più che ottengo perché mi dà
sempre più voglia di fare qualcosa e di essere più incisivo
possibile".
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