Ripristinare, ed eventualmente
aumentare, il contributo di 240mila euro per ristrutturare e
supportare il primo immobile sequestrato nelle Marche alla
criminalità organizzata, a Isola del Piano nel Pesarese nel
2001, ora Fattoria della legalità. La richiesta alla giunta
regionale arriva dal sindaco del piccolo comune, Giuseppe
Paolini, che è anche presidente della Provincia di Pesaro
Urbino, affiancato da Spi Cgil, Arci e consiglieri regionali Pd
e M5s. La vicenda è anche al centro di un'interrogazione
presentata in Consiglio il 29 marzo dai dem Micaela Vitri,
Andrea Biancani, Maurizio Mangialardi, Manuela Bora, Antonio
Mastrovincenzo, Romano Carancini, Fabrizio Cesetti, Anna Casini
e dalla capogruppo M5s Marta Ruggeri. "Il contributo assegnato
nel 2020 dalla giunta di centrosinistra guidata da Luca
Ceriscioli - hanno riferito i promotori dell'iniziativa in una
conferenza stampa - era stato revocato dell'amministrazione di
centrodestra".
Attualmente nelle Marche ci sono 98 beni immobili confiscati
alle mafie di cui 83 immobili in gestione, 24 confiscati e
destinati, 11 aziende in gestione e due destinate. Tra gli
immobili confiscati c'è quello di Isola del Piano, due nel
Fanese e uno a Cupramontana; a questi se ne aggiungerà un altro
(un capannone) nella zona di Vallefoglia. Beni che necessitano
di supporto e fondi per gestirli e ristrutturarli, visto che di
solito sono in pessime condizioni e situati in piccoli Comuni
che non riescono a sostenere le spese. Per questo "era stato
concesso nel 2020 un contributo da 240mila euro dalla giunta
Ceriscioli, che poi è stato revocato dall'esecutivo Acquaroli".
Presenti all'incontro, i consiglieri Vitri, Mangialardi e
Ruggeri. "Eravamo pronti a partire, - ha lamentato Paolini -
quando è arrivata la notizia che il finanziamento era stato
tolto". Il presidente ha detto di aver cercato di trattare le
cosa in silenzio in questi anni, di aver incontrato il
presidente della Regione con rassicurazioni che poi non si sono
concretizzate. Sentito sulla richiesta, il presidente Acquaroli
ha fatto sapere che conosce la questione e che nessuno è a
favore dell'illegalità o della criminalità, assicurando che
quando ci sarà l'occasione il contributo verrà reinserito in
Bilancio; ha ricordato poi le urgenze che si sono susseguite
nelle Marche tra cui l'alluvione, che ha drenato circa 7 milioni
di euro l'anno, e i co-finanziamenti di fondi europei per 40-50
milioni.
Nella Fattoria della legalità, è stato sottolineato durante
la conferenza stampa, proseguono comunque le attività
didattiche, con gite di studenti e varie attività di
sensibilizzazione; c'è anche una famiglia che vi abita: senza
contributo però non è possibile ristrutturare il bene e gestirlo
risulta piuttosto difficile. "La legalità non ha colore
politico, è trasversale. - ha osservato Paolini - Siamo arrivati
al 2024 e non è successo nulla. Abbiamo bisogno di vedere una
luce accesa nella Fattoria per non pensare che la criminalità
abbia vinto".
La base della richiesta, hanno ricordato i promotori, è la
legge 27 del 7 agosto 2017 che promuove la cultura della
legalità e della cittadinanza responsabile in particolare
l'articolo 12 per cui la Regione contribuisce al riutilizzo a
fini sociali di beni confiscati alla criminalità organizzata,
concedendo contributi agli enti locali, per realizzare
interventi di restauro, conservazione, arredo, iniziativa. A
tal proposito, la consigliera Vitri ha ricordato i contributi
previsti, in varia misura, da varie regioni italiane su questo
fronte, mentre nelle Marche è stato revocato.
Mangialardi ha parlato anche di "un'azione simbolica per la
politica della giunta, una battaglia di visione e prospettiva da
consegnare alle future generazioni: se l'amministrazione revoca
il contributo - ha attaccato - e deve essere sollecitata da noi,
vuol dire che non ha a cuore quel tema. Preferisce il ruzzodromo
al supporto della gestione dei beni confiscati alla mafia".
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