Nel 2022 attività produttiva dell'industria manifatturiera in crescita del 2,1% nelle Marche, risultato migliore di quello nazionale (0,0%). Emerge dai risultati dalla 30/a edizione del Rapporto sull'industria marchigiana presentato oggi ad Ancona, su iniziativa promossa da Confindustria Marche e Intesa Sanpaolo, con la partecipazione di Sace e il sostegno di Deloitte, con l'evento sul tema "Scenari geoeconomici: tra incertezze presenti e prospettive future". Il Rapporto è stato presentato dal professor Marco Cucculelli (Università politecnica delle Marche).
Ad aprire i lavori Roberto Cardinali (presidente Confindustria Marche), Alessandra Florio (direttrice Regionale Emilia-Romagna e Marche Intesa Sanpaolo) e Marco Mercurio (regional director Centro Nord Sace); poi l'approfondimento sullo "scenario macroeconomico tra inflazione e rialzo dei tassi" di Gregorio De Felice (chief Economist Intesa Sanpaolo).
Presenti anche il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, e di Confindustria Ancona Pierluigi Bocchini. In conclusione la tavola rotonda sul tema della giornata a cui ha preso parte, tra gli altri, Dario Fabbri, analista geopolitico, Direttore di Domino.
Uno dei capitoli del Rapporto riguarda le spese delle imprese marchigiane per gli investimenti: nel 2022, in base al campione rilevato, è aumentata dell'11,1% (+5,3% nel 2021). In virtù del clima d'incertezza, soprattutto per la prosecuzione degli eventi bellici in Ucraina che influenza gli scambi, per il 2023 sono invece orientate verso una leggera flessione (-0,5%), "che potrebbe volgere in positivo solo se il quadro geopolitico internazionale migliorerà significativamente".
Quanto alla produzione, secondo le indagini del centro studi di Confindustria Marche, le variazioni superiori alla media regionale sono state registrate dai settori Calzature (+6,2%) e Tessile Abbigliamento (+5,8%); più contenuta la crescita per Legno e Mobile (+1,8%), Minerali non metalliferi (+1,2%), Meccanica (+0,9%) e Gomma e Plastica (+0,6%). In leggera flessione l'Alimentare (-0,5%).
Le vendite, lo scorso anno sono aumentate del 3,3% rispetto al 2021, con trend positivi sui mercati interno ed estero. Sul mercato +2,1 di vendite (Calzature +8,5%, Gomma e Plastica +6%, Tessile-Abbigliamento +5,7%, i Minerali non Metalliferi +3,1%, Legno e Mobile (+1,2%); in flessione sul mercato domestico l'Alimentare (-1,5%) e la Meccanica (-4,3%). L'export manifatturiero marchigiano nel 2022 ha invece segnato un +4,8%: particolarmente intensa la perfomance per i comparti della moda (Calzature +18,4%, Tessile-Abbigliamento +14,8%); poi Alimentare (+5,9%) e Meccanica (+2,8%). In sostanza stazionarie le vendite all'estero dei Minerali non Metalliferi (+0,5%) e del Legno e Mobile (+0,3%); in flessione quelle della Gomma e Plastica (-2%).
Nel complesso delle esportazioni, e quindi anche al di fuori della Manifattura, secondo i dati Istat, le Marche hanno registrato la crescita più marcata tra le regioni italiane (+82%) dovuta soprattutto alle maggiori vendite di prodotti farmaceutici (+481%). Al netto della variazione di quest'ultimo comparto, la crescita dell'export delle Marche è in linea con la media Italia e pari al +19,8%.
Il peso dell'export marchigiano sul totale nazionale è salito dal 2,4% al 3,7%; la crescita ha riguardato le vendite verso i Paesi Ue (+68,6%) ed Extra Ue (+101%). Prima nazione di destinazione è il Belgio (16,7% del totale) con un'impennata del 345,5% rispetto al 2021; seguono Stati Uniti (+155,5%) e Germania (+46,2%) rispettivamente 11,3% e 10,9% del totale dell'export regionale.
A livello provinciale si registra l'aumento delle esportazioni in tutte le province: Ancona (+27,2%), Macerata (+21,7%), Fermo (+33,1%), Pesaro Urbino (+15,4%). Ad Ascoli Piceno il valore dell'export è quadruplicato (+324,9%) anche perché influenzato dall'andamento dei prodotti farmaceutici (+503%).
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