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"Marche diWine" l'eccellenza vitivinicola regionale in scena a Gabicce Mare, alle pendici del San Bartolo, porta nord delle Marche sull'Adriatico, dal 10 al 12 giugno 2023. La tre giorni, presentata oggi in Regione, coinvolge 80 aziende produttrici di vino (che fanno capo ai due principali consorzi marchigiani: Istituto marchigiano di tutela vini Imt e il Consorzio di tutela dei vini piceni) e dieci birrifici: sarà aperta agli appassionati del buon bere sabato 10 e domenica 11 giugno (ore 17-24); sul lungomare sarà allestito una sorta di "Wine & Beer Village". Lunedì 12 giugno sarà riservato agli incontri tra le aziende produttrici e i buyer.
L'evento è patrocinato da Presidenza della Regione Marche, Assessorato all'Agricoltura della Regione, Atim (Azienda Turismo e Internazionalizzazione delle Marche), Comune di Gabicce Mare e Consorzio di Tutela Vini Marche. Alla presentazione il presidente Francesco Acquaroli, l'assessore all'Agricolura Andrea Maria Antonini, il sindaco di Gabicce Domenico Pascuzzi, il direttore dell'Imt Alberto Mazzoni e il direttore Atim Marco Bruschini.
"La nostra regione sa esprimere eccellenze enogastronomiche - ha detto il presidente della Regione Francesco Acquaroli, che inaugurerà l'evento con il tradizionale taglio del nastro - e i nostri produttori, che siano piccole cantine o birrifici a livello familiare o grandi aziende, sono promotori delle tradizioni delle nostre terre, veri testimonial del nostro saper fare e della cultura che c'è dietro al prodotto finito. Abbiamo voluto fin da subito investire e promuovere il settore enologico e birrario marchigiano, non solo con iniziative di legge ad hoc, come la legge sull'enoturismo, ma soprattutto attraverso eventi come 'Marche diWine', una fiera del vino e della birra artigianale marchigiana che potrà diventare un appuntamento fisso per appassionati, visitatori e buyers". Per Gabicce Mare "è un vero piacere e onore ospitare questa prima edizione di 'Marche diWine' - ha detto il sindaco - un'importante vetrina per far conoscere le nostre eccellenze enogastronomiche, qui a Gabicce Mare, porta Nord delle Marche".
"La Regione punta con decisione alla valorizzazione del vino quale elemento trainante per la promozione dell'intero territorio - ha affermato Antonini - perché intorno ad esso si lega l'interesse o la curiosità di un turista che vuole non soltanto degustare un buon bicchiere ma anche conoscerne l'origine, la storia e le tradizioni dove esso è stato creato".
"Marche diWine - ha osservato Bruschini - è un evento di valorizzazione del vino e della birra ma anche dello spirito marchigiano nella sua totalità. Un'azione di promozione concreta che mette insieme eccellenze enogastronomiche e territorio.
L'Atim per conto della Presidenza della Regione, in collaborazione con l'Assessorato all'Agricoltura, organizza questo evento per valorizzare la spiaggia di Gabicce e le bellezze del San Bartolo, ma anche per dimostrare la grande varietà della produzione vitivinicola regionale presentandola in modo sinergico ai fruitori delle regioni vicine e ai buyers nazionali e internazionali. La vera sfida è quindi quella di dimostrare che anche qui nelle Marche abbiamo prodotti qualitativamente perfetti, competitivi e idonei ai mercati di tutto il mondo. Dopo Piazza di Siena, che ha visto in esclusiva la somministrazione dei migliori vini marchigiani, Gabicce rappresenta infatti il punto di arrivo e di partenza di una nuova promozione dei vini marchigiani, il più possibile organica e vincente".
E' un "evento importantissimo - ha sottolineato Mazzoni - perché si svolge in 'terra di confine' e per il suo obiettivo che è proprio quello di far vedere le Marche unite, coese, al plurale. Un'occasione davvero unica per far conoscere le nostre magnifiche 20 denominazioni alla presenza di chi produce vini e dei buyers internazionali. Siamo felici anche perché l'evento si incentra sul mondo del vino e della birra, due prodotti della terra. Questo ci permette di puntare i riflettori sul mondo dell'agricoltura marchigiana in cui negli ultimi anni sono stati fatti enormi passi avanti. Parliamo dunque delle Marche operaie, delle Marche dell'industria che oggi non c'è più, puntando sulle denominazioni d'origine come valore aggiunto per potersi evolvere e arrivare in mercati anche molto molto lontani".
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