Nel Mezzogiorno la crescita del
tasso di occupazione interessa tutte le regioni con l'eccezione
di Basilicata (-0,8 punti) e Molise (-0,2 punti). Lo certifica
l'Istat.
Gli incrementi più rilevanti si segnalano in Calabria,
Abruzzo e Campania (rispettivamente +1,2, +1,1 e +0,9 punti).
Nessuna regione del Mezzogiorno raggiunge i livelli del tasso di
occupazione del 2008, seppure Basilicata e Campania presentino
scostamenti minimi (-0,1 e -0,3 punti).
Rispetto al 2016 il tasso di disoccupazione si riduce in
quasi tutte le regioni, specie in Calabria (-1,6 punti), con
l'eccezione di Molise e Campania (nell'ordine +1,8 e +0,6
punti). Tra le province del Mezzogiorno*, si registrano
incrementi pronunciati del tasso di occupazione - tra 2,3 e 4,8
punti - a Vibo Valentia, Caserta, Pescara e nella città
metropolitana di Bari. La riduzione più marcata del tasso di
occupazione contraddistingue la provincia di Foggia (-2,5
punti). Il tasso di disoccupazione si riduce con maggiore
intensità (oltre 3 punti) nelle città metropolitane di Bari e
Palermo, e nelle province di Vibo Valentia e Caltanissetta; la
crescita è invece pronunciata a Foggia, Enna, Isernia e Trapani
(tra 7,9 e 3,1 punti). Nei grandi comuni del Mezzogiorno il
tasso di occupazione aumenta dappertutto fatta eccezione per
Catania (-0,8 punti); la crescita dell'indicatore è inoltre più
sostenuta nei comuni di Bari e Napoli (+2,3 e +1,7 punti). Il
tasso di disoccupazione diminuisce nei grandi comuni di Palermo
e Bari (-3,8 e -2,1 punti) mentre aumenta a Napoli, Messina e
Catania (rispettivamente +3,9, +3,2 e +1,6 punti).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA