"Sappiamo che l'80,9% delle donne
che subiscono molestie sul lavoro non denunciano ed è un aspetto
legato a questioni di vulnerabilità della vittima, non solo per
una questione di genere, ma anche e soprattutto per via di
quello squilibrio di potere che si verifica sul luogo di
lavoro". Lo ha detto Francesca Di Muzio, avvocato del foro di
Roma e docente di Diritto penale alla Scuola di Specializzazione
per le Professioni Legali dell'Università di Macerata, a
Pescara, al convegno "Discriminazioni e molestie: strumenti di
prevenzione e tutele", organizzato dalla sezione Abruzzo-Molise
dell'Agi (Avvocati Giuslavoristi italiani), in vista della 20/a
Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.
"Le donne sono scoraggiate dal denunciare, in primis perché
c'è una cultura del silenzio che è stata parzialmente svelata
negli ultimi anni incentivando le donne a non minimizzare questa
violenza subdola che si presenta in un caso su due sul posto di
lavoro - ha proseguito Di Muzio - A livello penale il problema è
anche l'inquadramento di questo genere di situazioni, perché non
abbiamo un reato penale legato alle molestie sessuali, ma varie
fattispecie penali sulle quali possiamo lavorare per incardinare
un processo a carico non soltanto del collega o del superiore
gerarchico, ma anche nei confronti del datore di lavoro, e in
tal senso può essere molto importante la costituzione dei centri
anti-violenza come parti civili".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA