"Nel giugno di quest'anno è stata
approvata una convenzione internazionale del lavoro dall'Oil
(Organizzazione internazionale del lavoro), su molestie e
violenza di genere sul lavoro, che dovrà essere ratificata dagli
Stati membri dell'Onu e introduce novità interessanti". Così
Fausta Guarriello, ordinario di Diritto del Lavoro
all'Università G. D'Annunzio di Chieti-Pescara, relatrice al
convegno "Discriminazioni e molestie: strumenti di prevenzione e
tutele", organizzato dalla sezione Abruzzo-Molise dell'Agi
(Avvocati Giuslavoristi italiani), in vista della 20/a Giornata
Internazionale contro la violenza sulle donne.
"Rispetto a questa convenzione il nostro ordinamento è già in
larga parte conforme, come gli altri Paesi europei, in materia
di discriminazioni e molestie sessuali, grazie a strumenti come
l'inversione dell'onere della prova in giudizio, la tutela delle
vittime o il risarcimento del danno - prosegue Guarriello - Le
novità introdotte, che produrranno un effetto anche da noi in
materia di contrasto alla discriminazione di genere, riguardano
innanzitutto le tutele di soggetti terzi come gli studenti o i
bambini a scuola, i malati in ospedale o i clienti di un
negozio. Inoltre, c'è una grande attenzione al lavoro nero, in
particolare nel settore agricolo, dove un po' dappertutto sono
impiegati lavoratori immigrati e dove si verificano violenze di
genere che gli Stati dovranno impegnarsi a contrastare".
Tatiana Biagioni, presidente di Agi Lombardia, aggiunge che
"le molestie sul lavoro rappresentano un fenomeno carsico, che
non riusciamo a intercettare. Dalla mia esperienza, sul piano
legale, risulta molto importante istruire molto bene la pratica,
analizzare tutto ciò che è successo, trovare testimonianze anche
in maniera differente rispetto al normale - rimarca l'avvocato
giuslavorista - ad esempio prendendo come indizi i casi
avvenuti, in situazioni precedenti, ai danni di altre donne,
perché molto spesso i molestatori sono seriali, ma al tempo
stesso agiscono al riparo dalla presenza di altre persone".
"Possiamo fare la legge più bella - osserva Luciana Criaco,
presidente di Agi Friuli Venezia Giulia - ma la sua applicazione
è possibile soltanto se le vittime chiedono aiuto, se
denunciano; se non si sentono protette non lo faranno. Confronti
come quello di oggi, iniziative di sensibilizzazione, servono a
far capire alle vittime che non sono sole".
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