La Cooperativa
Euroortofrutticola del Trigno di San Salvo ha temuto che le
restrizioni imposte dalla Regione Molise, con l'istituzione
della 'zona rossa' a Montenero di Bisaccia (Campobasso),
avrebbero potuto pregiudicare la raccolta e il conferimento in
piena campagna dei carciofi, con il divieto di spostamento da e
verso il comune bassomolisano a causa del Covid-19.
"Perché occorre tener presente che tra gli ottocento soci che
conta la nostra cooperativa - spiega il presidente Nicolino
Torricella - un centinaio sono molisani, senza dimenticare che
tanti nostri agricoltori hanno i terreni proprio nel territorio
di Montenero di Bisaccia". Poi l'intervento del sindaco di San
Salvo Tiziana Magnacca e le telefonate intercorse con il
presidente della Regione Donato Toma e il sindaco di Montenero
Nicola Travaglini "hanno sbloccato interpretando il decreto
regionale per una situazione che sembrava davvero difficile da
gestire - aggiunge Torricella - considerando che quintali di
prodotto non potevano essere raccolti e sarebbero rimasti a
terra con tutti i danni che è facile immaginare considerando la
necessità di approvvigionamento richiesto dai mercati nazionali
ed europei".
Prodotto di qualità che parte dalla cooperativa ed è
destinato alla vendita locale e territoriale attraverso la
piattaforma Conad (che provvede a ridistribuire in tutti i suoi
punti vendita), ai mercati di tutta Italia e di diversi paesi
europei, in particolare per l'Olanda. "Attualmente stiamo
raccogliendo il prodotto ibrido C3 a Montenero di Bisaccia,
Campomarino e San Salvo, produzione in aumento per quantità
rispetto agli anni precedenti". E in tempo di coronavirus come
deve essere conferito il prodotto lavorato? "I nostri acquirenti
storici, in particolare quelli esteri, hanno chiesto una
lavorazione più accurata, evitando di far toccare il prodotto
durante il viaggio e in particolare quando arriva sui banchi di
distribuzione attraverso una più accurata incellophanatura per
non essere ulteriormente lavorato".
La raccolta dopo il carciofo C3, più noto come romanesco,
proseguirà nei primi giorni di aprile con quello autoctono
denominato "mazzaferrata", la varietà di punta nel Vastese, poi
sarà la volta fave e i piselli. "Aspettiamo di uscire quanto
prima dalle restrizioni con le distanze interpersonali imposte
dal governo per evitare il contagio - sottolinea il presidente
della cooperativa Euroortofrutticola - ma comunque appena
inizieranno già tra un mese le lavorazioni con la frutta estiva
come pesche, albicocche, ciliegie e susine, si possa farlo con
le dovute preoccupazioni. Abbiamo già ordinato per gli addetti
alle linee di selezione del prodotto mascherine, guanti e camici
per tempo. Forse saremo costretti - conclude Torricella - ad
allungare i tempi di lavorazione utilizzando meno personale
nello stesso turno distanziando di più le persone".
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