"Sono recluso in casa
dal 4 marzo scorso e questo mi ha salvato la vita. Nel palazzo
dove abito che è composto da un lotto con 4 edifici con un
centinaio di famiglie, spesso c'è un cartello di una persona
deceduta e vedo passare le salme. Orami le ambulanze passano ma
sembra che non accendono le sirene per evitare ulteriori drammi
in chi sta già male per il coronavirus". A parlare è Saverio
Metere, architetto, scrittore e poeta di Termoli, in Molise, che
vive nella periferia di Milano, nel comune di Bresso, situato ad
8 chilometri dal centro del capoluogo lombardo. "Tocco
direttamente con mano la situazione di Milano attraverso questi
momenti brutti - aggiunge Metere -. La zona rossa si conferma
anche alla periferia, visto che questo paese conta 27 mila
abitanti ma i morti, dall'inizio dell'emergenza sanitaria, a
fine febbraio, sono molti. Per quanto ho potuto constatare siamo
nell'ordine del centinaio. Restare in casa, però, ti salva la
vita. Questo periodo mi ha dato la possibilità di "combattere"
il virus scrivendo poesie ed in particolare una dedicata al
covid-19 ed una seconda ai nonni, quelli più colpiti dalla
pandemia".
Metere paragona il coronavirus ad una terza guerra mondiale
globale senza fucili e cannoni. "Aspetto con ansia il 4 maggio
nella speranza di poter tornare a Termoli - conclude -. Nel mio
cuore, dalla mia città non me ne sono mai andato".
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