Un sodalizio criminale
costituito da tre diverse organizzazioni, una strumentale
all'altra, che faceva capo a un livello superiore al vertice del
quale c'era un esponente di spicco della Camorra che poteva
contare su circa 80 affiliati. L'operazione 'Piazza Pulita'
coordinata dalla DDA di Campobasso e condotta da Carabinieri e
Guardia di Finanza ha messo fine a un tentativo di infiltrazione
nel territorio molisano da parte di esponenti della malavita
organizzata campana pronti ad affermare il loro status anche con
l'uso delle armi in una 'guerra aperta' con altri clan
malavitosi, in particolare della Puglia. Nell'inchiesta che ha
portato all'emissione di 39 misure cautelari, di cui 20 in
carcere e 7 ai domiciliari, e finito anche un agente della
polizia non molisano e un ex assessore comunale di Bojano.
Droga, estorsioni, riciclaggio e auto riciclaggio di denaro, il
filone sui cui hanno indagato per due anni inquirenti e
investigatori. La base logistica era stata insediata a Bojano
(Campobasso) dove aveva preso dimora il capo
dell'organizzazione, che aveva anche costituito due società con
l'intento di farvi confluire i proventi dei propri affari. Aveva
pianificato tutto puntando ad elevare il livello della sua
attività alle estorsioni a imprenditori e commercianti molisani.
Il paravento era un'azienda per il commercio di pellet nella
quale riversava il denaro proveniente dallo spaccio di droga
praticando prezzi molto al di sotto di quelli di mercato. I
soggetti destinatari dei provvedimenti sono ritenuti
responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere
finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e
spaccio di sostanze stupefacenti, traffico di stupefacenti ed
estorsioni, anche con l'aggravante del 'metodo mafioso',
trasferimento fraudolento di valori, impiego di denaro beni o
utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio e porto abusivo
di armi.
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