"Dalle relazione della Dda, da quelle dei procuratori del Distretto e dalle puntuali analisi delle forze dell'ordine emerge l'univoco convincimento di come il Molise sia da considerarsi fortemente esposto al pericolo di infiltrazioni di clan campani e pugliesi". E' quanto ha affermato il procuratore generale presso la Corte d'Appello di Campobasso, Mario Pinelli, durante la cerimonia di inaugurazione dell'Anno Giudiziario nel distretto del Molise, cerimonia che si è tenuta questa mattina al Palazzo di Giustizia di Campobasso.
"Sintomatici in tal senso - ha proseguito Pinelli - sono da considerarsi i cosiddetti reati 'spia', innanzi tutto quelli in materia di stupefacenti, ma anche quelli in materia di armi, prestandosi il defilato Molise come territorio per un sicuro deposito. Ci sono poi i reati in materia di stoccaggio dei rifiuti, questo perché sui territori campani e pugliesi si sta ormai determinando una oggettiva saturazione dei siti per l'occultamento e l'accumulo da parte delle cosiddette ecomafie.
A questo va aggiunto lo stazionamento sul territorio molisano di diversi ex collaboratori di giustizia per diversi dei quali non parrebbero adeguatamente comprovate le avvenute rescissioni dei legami con le cellule delinquenziali di provenienza".
Il procuratore generale ha quindi evidenziato le strade da seguire per contrastare "l'incombente minaccia". "Gli antidoti - ha detto - si possono individuare sempre nei medesimi e cioè in quelli non solo imperniati sull'incessante monitoraggio dei fenomeni, ma soprattutto delle movimentazioni finanziarie e delle variazioni societarie". Sul piano delle prevenzione, Pinelli ha poi concluso sottolineando come per scongiurare il pericolo delle infiltrazioni "bisogna assicurare tre convinzioni irrinunciabili che sono una pubblica amministrazione efficiente, il lavoro e una adeguata istruzione scolastica per tutti".
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