Fare "pensiero antimafioso, fare
una scuola antimafia e fare antimafia sociale sul territorio
italiano": è l'obiettivo che si prefigge don Benito Giorgetta
con il suo libro "Passiamo all'altra riva" dove dialoga con il
collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura, un tempo elemento
di spicco della 'Ndrangheta. Con prefazione di Papa Francesco e
postfazione di don Luigi Ciotti, fondatore dell'associazione
"Libera", l'opera è stata presentata oggi a Termoli (Campobasso)
dove don Giorgetta è parroco della Chiesa di San Timoteo e
responsabile della casa famiglia "Iktus" che ospita detenuti del
carcere di Larino (Campobasso) in affido ai servizi sociali.
"Un libro - ha detto l'autore - che potrà essere presentato
in molte conferenze in tutta Italia e utilizzato per partecipare
a manifestazioni antimafia. Un libro dove si racconta la storia
vissuta, del traghettamento dalla mafia alla legalità, di un
personaggio di spicco come Bonaventura".
Intervistato dal religioso, Bonaventura, che ha trascorso
sette anni a Termoli con la famiglia sotto copertura, racconta
la sua storia fatta di errori, ma anche di pentimento e
rinascita. "Questo libro serve a destare le coscienze - dichiara
don Benito Giorgetta - è un grido di speranza nella tempesta per
chiunque è scoraggiato nella vita. Se si è sbagliato, non si
deve rimanere sbagliati. Il Papa lo disse quando andai a
trovarlo insieme alla comunità Iktus e gli chiesi di scrivere un
messaggio, lui il giorno successivo mi ha mandato la
prefazione". Testo nel quale il pontefice scrive: "La correzione
fraterna è un gesto d'amore per il fratello. Significa che se
vedo che tu hai un difetto, hai commesso un peccato, ti avvicino
per pormi al tuo servizio dicendoti: ecco la mia spalla".
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